Sabato 27 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Cop28, come è andata davvero. Luci e ombre del testo: un giusto compromesso. Ma le misure sono solo volontarie

I punti chiave del testo che segna alcuni passi avanti (per la prima volta si parla di superamento delle fonti fossili), ma non ci sono decisioni vincolanti

Roma, 13 dicembre 2023 – Transitioning away. E’ su questa formula, transizione dalle fonti fossili, che non è il phase out dai combustibili fossili ma una espressione più sfumata, pur se nella stessa direzione, che è stato trovato un accettabile compromesso a COP28. Il compromesso non ha fatto nè vinti nè vincitori, è un sostanziale pareggio che ognuno legge pro domo sua.

La chiusura della conferenza sul cambiamento climatico Cop28
La chiusura della conferenza sul cambiamento climatico Cop28

Certo è indubbio che per la prima volta in una COP 28 si parli di superamento delle fonti fossili, è certamente un passo storico. Gli impegni non sono però vincolanti, ma una semplice dichiarazione di intenti dei paesi che partecipano a COP28, da perseguire (o meno) su base volontaria dato che il testo sul Global Stocktake, il bilancio globale, si limita ad invitare le parti a una serie di azioni. Invitare, non altro. Non ci sono obblighi. E comunque l’innalzamento degli obiettivi sarò fatto gli NDC, gli impegni volontari nazionali, solo nel 2025. Quindi, con calma. Ma certo, una strada è tracciata e con tutte le cautele del caso, è iniziata la fine dei combustibili fossili. Una fine che però durerà quantomeno fino al 2050 e probabilmente oltre. Quindi non ancora abbastanza per arrestare la crisi climatica. Servirà di più. 

I PUNTI CHIAVE DEL TESTO

La Conferenza delle Parti...

6. Si impegna ad accelerare l'azione in questo decennio critico sulla base della migliore scienza disponibile, riflettendo l'equità e il principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle capacità rispettive alla luce delle diverse circostanze nazionali e nel contesto dello sviluppo sostenibile e degli sforzi per eliminare la povertà.

17. Rileva con preoccupazione le lacune, prima del 2020, sia nell'ambizione di mitigazione che nell'implementazione da parte dei Paesi sviluppati e che L'IPCC aveva i indicato che i Paesi sviluppati dovevano ridurre le emissioni del 25-40 per cento rispetto ai livelli del 1990., cosa che non è stata raggiunta.

18. Riconosce che sono stati compiuti significativi progressi collettivi verso l'obiettivo di temperatura dell'Accordo di Parigi. dell'Accordo di Parigi, passando da un aumento della temperatura globale previsto di 4 °C secondo alcune proiezioni precedenti all'adozione dell'Accordo, a un aumento dell'ordine di 2,1-2,8 °C con la piena attuazione e degli ultimi contributi determinati a livello nazionale.

27. Riconosce che limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C senza alcun superamento o con un superamento limitato richiede riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni globali di gas serra del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 rispetto al livello del 2019, e raggiungendo lo zero netto emissioni di anidride carbonica entro il 2050.

28. Riconosce la necessità di riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni di gas a effetto serra in linea con i percorsi di 1,5 °C e invita le Parti a contribuire ai seguenti obiettivi in linea con i percorsi di 1,5 °C e invita (calls on, una formulazione molto soft) le Parti a contribuire ai seguenti sforzi globali, in modo determinato a livello nazionale, tenendo conto dell'Accordo di Parigi e delle diverse situazioni, percorsi e approcci nazionali:

  •  triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare il tasso medio globale annuale dei miglioramenti dell'efficienza energetica entro il 2030
  • Accelerare gli sforzi per la riduzione graduale dell'energia da carbone non abbattuta (cioè senza sistemi Ccs di sequestro della Co2 e di sticcaggio profondo.NDR)
  • accelerare gli sforzi a livello globale verso sistemi energetici a emissioni nette zero, utilizzando combustibili a zero e a basso contenuto di carbonio ben prima o intorno alla metà del secolo
  • abbandonare (transitioning away, allontanandosi, una formula molto più indefinita di phase out, uscita. NDR) i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo,  accelerando l'azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere lo zero netto entro il 2050 in linea con la scienza
  • Accelerare le tecnologie a zero e a basse emissioni, comprese, tra l'altro, le rinnovabili, il nucleare, le tecnologie di abbattimento e stoccaggio del carbonio  in particolare nei settori più difficili da abbattere e la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio
  • Accelerare e ridurre in modo sostanziale le emissioni non di  biossido di carbonio a livello globale, in particolare le emissioni di metano entro il 2030
  • Accelerare la riduzione delle emissioni derivanti dal trasporto stradale su una serie di percorsi, anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture e la rapida diffusione di veicoli a zero e basse emissioni
  • Eliminare gradualmente, quanto prima possibile, i sussidi inefficienti ai combustibili fossili che non affrontano la povertà energetica o le semplici transizioni;

29. Riconosce che i combustibili transitori possono svolgere un ruolo nel facilitare la transizione energetica garantendo al tempo stesso la sicurezza energetica.

Il giudizio finale

Molto? Poco? Ammesso che gli inviti della Cop 28 vengano accolti dai Paesi (ed è tutto da vedere) i combustibili fossili non vanno verso una eliminazione ma un loro lento progressivo ridimensionamento mentre crescerà progressivamente la quota di rinnovabili e si ritaglieranno uno spazio il nucleare, le tecnologie CCS, probabilmente l’idrogeno “blu” e i biocarburanti oltre che i carburanti sintetici e resisterà persino una quota di carbone “abbattuto”. E soprattutto le misure che i paesi prenderanno sono e restano volontarie.  Non ancora la rivoluzione energetica di cui si favoleggia. Ma di più, vigendo in sede COP la regola del consenso, non è stato possibile ottenere