Roma, 19 novembre 2022 - I colloqui sul clima della COP27 in Egitto, che questa mattina sembravano vicini al collasso, si sono avviati verso un accordo dell'ultimo minuto dopo i progressi compiuti su un accordo storico sui cosiddetti "loss and damages", cioè per pagare i paesi più poveri per i danni causati dal riscaldamento globale.
La proposta prevede l'istituzione di un nuovo fondo l'anno prossimo per i costi dei disastri climatici. Mentre i colloqui proseguivano in serata, i negoziatori si sono concentrati su un secodo tema chiave: rispondere alle richieste europee di un'azione più severa per mitigare i cambiamenti climatici. Ma un gruppo di Paesi, tra cui l'Arabia Saudita, il Brasile e la Cina, ha fatto pressione per indebolire il testo. La richiesta europea di raggiungere il picco delle emissioni globali entro il 2025 e l'impegno a ridurre gradualmente tutti i combustibili fossili non erano presenti nell'ultima versione del testo, ma si stava lavorando per trovare un linguaggio che potesse placare le preoccupazioni europee e venire incontro alle richieste opposte dei paesi produttori di fonti fossili. Si tratterà tutta la sera per un accordo che forse arriverà nella notte.
"Meglio nessun accordo che un cattivo accordo" erano state le parole pronciate dal negoziatore climatico europeo Franz Timmermans. "Vogliamo una buona decisione _ ha detto _ ma è meglio avere nessuna decisione, piuttosto che avere una cattiva decisione. Crediamo ancora che una buona decisione sia raggiungibile, ma tutti i partner devono lavorare molto duramente per renderla possibile. E una buona decisione significa che rimaniamo in pista per mantenere vivo il target di 1,5 gradi": così il vice-presidente della Commissione europea Frans Timmermans, che guida la delegazione Ue ai negoziati della Cop27 in Egitto, dopo avere definito insufficiente l'ultima bozza di accordo. "Lotteremo fino alla fine per trovare un accordo _ ha aggiunto _ ma se necessario siamo disposti a lasciare la conferenza senza una conclusione". "L'UE è unita nella nostra ambizione di andare avanti e di costruire su ciò che abbiamo concordato a Glasgow", ha detto Timmermans. "Il nostro messaggio ai partner è chiaro: non possiamo accettare che 1,5 C muoia qui e oggi".
La minaccia di ritirarsi è arrivata dopo i colloqui della tarda serata di venerdì in cui la presidenza egiziana ha presentato alle delegazioni una bozza di testo dei singoli punti dell'agenda sulle perdite e i danni e sugli sforzi per aumentare la mitigazione. La presidenza ha permesso al blocco di analizzare il testo per 20 minuti all'1:30 del mattino in una stanza privata, ha dichiarato un alto funzionario. Il processo è stato molto insolito, ha aggiunto il funzionario, e si aggiunge alle pesanti critiche rivolte alla gestione del vertice. Per quanto riguarda le perdite e i danni, il testo presentato non includeva la richiesta dell'UE di applicare il fondo solo alle nazioni più vulnerabili al clima, secondo il funzionario, che ha detto che il documento si riferiva invece a una categoria più ampia di "Paesi in via di sviluppo", che teoricamente avrebbe incluso paesi come il Qatar e l'Arabia Saudita. Per quanto riguarda la mitigazione, la bozza non richiederebbe ai Paesi di definire nuovi obiettivi climatici o di aggiornare i loro piani nazionali per raggiungere l'obiettivo di 1,5 gradi Celsius stabilito dall'Accordo di Parigi, ha detto il funzionario, che ha chiesto di non essere nominato a causa del carattere privato delle discussioni.
Dopo le accuse dell'Ue la presidenza egiziana ha cercato di corre ai ripari. "La presidenza della COP27 _ ha detto stamani alla stampa il presidente della riunione e ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry _ ha lavorato tutta la notte per raccogliere le prospettive dei diversi Paesi e arrivare a un testo che bilanciasse tutti i punti di vista", "La stragrande maggioranza delle parti mi ha indicato che considera il testo equilibrato e che rappresenta una svolta che potrebbe portare al consenso", ha dichiarato Shoukry. "Ogni parte ha il pieno diritto di aderire o meno al consenso".La difesa di Shoukry è arrivata in mezzo a un'ondata di critioche da parte dei delegati e degli osservatori della conferenza, che si stavano già preparando a un potenziale collasso dei colloqui che avrebbe potuto distruggere la fiducia nel processo negoziale multilaterale sul clima.
A un passo dal fallimento, ancora una volta alla conferenza mondiale sul clima, si sono fermati gli orologi e si è continuato nel weekend. Il Presidente della COP27 e Ministro degli Affari Esteri egiziano Sameh Shoukry ha incoraggiato ieri i delegati a cercare "il massimo comune denominatore" sulle principali questioni discusse al raduno di Sharm El-Sheikh, confermando che i colloqui continueranno oltre la fine prevista per ieri, quantomeno fino a stasera, se non oltre. Wael Aboulmagd, rappresentante speciale per la presidenza della COP27, ha detto che i negoziati potrebbero andare avanti oltre il fine settimana. "Accetterei lunedì se mi fosse garantito un risultato significativo".
Per sbloccare la trattativa il negoziatore climatico dell'Unione Europea Franz Timmermans venerdì ha offerto un piano per rompere l'impasse dei negoziati sul clima, proponendo uno strumento di finanziamento delle perdite e dei danni per i Paesi più vulnerabili finanziato da tutti i paesi avanzati (Cina compresa) in cambio di un impegno a ridurre gradualmente petrolio, gas e carbone. Usa e Ue finora avevano fatto resistenza alla richiesta di un fondo per i "loss and damages", perché ritenevano che lo strumento sarebbe stato troppo oneroso per loro, e avrebbe richiesto troppo tempo per cominciare a funzionare. Lo scontro fra i due schieramenti aveva bloccato il negoziato, e stava portando la Cop verso il fallimento. Adesso, la svolta.
L'offerta dell'Unione Europea includerebbe l'impegno a istituire immediatamente un nuovo fondo di risposta alle perdite e ai danni (loss and damages), i cui dettagli saranno definiti nel corso del prossimo anno, nonché l'impegno a esaminare il debito e a riformare le banche di sviluppo multilaterali. Ci sarebbe anche l'impegno a garantire che tutti i flussi finanziari siano allineati con l'impegno dell'Accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius. In cambio, i Paesi si impegnerebbero a raggiungere il picco delle emissioni globali entro il 2025 e a ridurre gradualmente tutti i combustibili fossili, non solo il carbone, come indicato nel patto di Glasgow sul clima dello scorso anno. Questo sarebbe accompagnato da una certa responsabilità, sotto forma di un rapporto annuale sui progressi compiuti nell'implementazione della riduzione graduale dell'energia a carbone. Questi suggerimenti non sono stati inclusi nella bozza di decisione dell'Egitto di venerdì mattina. Il fondo "dovrebbe avere un'ampia base di finanziamento, il che significa che deve essere basato sull'Accordo di Parigi, in modo da tenere conto della situazione economica dei Paesi nel 2022, non nel 1992", ha detto Timmermans venerdì mattina, chiedendo che i grandi Paesi in via di sviluppo emettitori come la Cina contribuiscano al fondo. È in gioco la questione se alcune delle principali economie mondiali - paesi come la Cina, l'Arabia Saudita e altri paesi petroliferi del Golfo, la Russia e paesi con un alto reddito pro capite come la Corea del Sud e Singapore - debbano iniziare a contribuire per la prima volta ad aiutare i paesi più poveri e vulnerabili a far fronte agli impatti dei disastri climatici. "Se questa proposta dell'Unione Europea sul fondo deve essere accettata, allora sarà solo in un pacchetto con piani seri sulla mitigazione", ha detto. "Questa è la nostra ultima offerta".
La Cina - seconda economia mondiale e primo emettitore di Co2 - ha rifiutato di commentare. La scorsa settimana, il capo delegazione cinese, Xie Zhenhua, è sembrato dire che la Cina è disposta a fornire fondi e altri aiuti, ma non ha accettato l'idea di versare in un fondo comune. "Non c'è un obbligo per la Cina - ha detto Zenhua - di contribuire ai fondi, ma siamo disposti a dare il nostro contributo. La Cina lo ha già fatto, fornendo aiuto ad altri Paesi in via di sviluppo, ma non è obbligo della Cina fornire sostegno finanziario nell'ambito dell'UNFCCC (la Convezione quadro sul clima. NDR)".
La proposta europea chiaramemente spacca il fronte G77 (i paesi in via di sviluppo)+Cina, ma Timmermans ha dichiarato che l'offerta dell'UE non era tattica o intesa come divisiva, ma fatta in buona fede per forgiare un accordo fattibile. "Penso ai miei figli. Non possiamo permetterci un fallimento", ha detto. "Se i nostri passi avanti non saranno ricambiati dagli altri, ci sarà un fallimento. Spero che questo possa essere evitato".
Gli Stati Uniti per ora stanno alla finestra. In molti osservano che l'adesione da parte degli Stati Uniti alla proposta di introdurre nel negoziato della COP27 la riduzione graduale dei combustibili fossili e un fondo per risarcire le vittime del cambiamento climatico sarebbe dinamite politica per l'amministrazione Biden, mettendo potenzialmente a rischio le possibilità dei Democratici in campagna elettorale tra due anni.
Per questo, se accordo ci sarà, sarà su piccoili passi, lontano da quanto sarebbe necessario per far fronte al cambiamenti climatico.