Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Controffensiva ucraina, russi sotto pressione: “Attacchi fino ad agosto. A Kiev serve un successo”

Scontri a est vicino a Bakhmut. Putin: “Il nemico non avanza”. L’analista: “Zelensky vuole evitare uno scenario coreano”. Militari di Mosca intercettati: “Abbiamo fatto saltare la diga”

Un’anziana bacia un soldato ucraino dopo l’evacuazione da un’area allagata

Un’anziana bacia un soldato ucraino dopo l’evacuazione da un’area allagata

Secondo Vladimir Putin, la controffensiva dell’Ucraina “è cominciata”, ma sta andando male; per Volodymyr Zelensky, invece, “sono in corso battaglie molto brutali”, che però stanno portando “risultati”. Trapela dagli scarni comunicati di entrambe le parti che gli scontri, come si andava delineando già da giovedì, avvengono a est, nel Donbass, soprattutto attorno a Bakhmut e su almeno quattro direttrici di spinta, e a sud-est. Il leader ucraino confida di sostenere l’iniziativa anche grazie al nuovo pacchetto di aiuti da 2,1 miliardi di dollari promesso dagli Stati Uniti.

Dallo zar, invece, arriva una nuova minaccia atomica: da Sochi, sul Mar Nero, dove ha incontrato il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, il leader russo ha annunciato che il dispiegamento di armi nucleari tattiche russe in territorio bielorusso comincerà dopo il 7 o l’8 di luglio.

Dal fuoco incrociato delle accuse reciproche tra Mosca e Kiev sulle responsabilità del crollo della diga di Kakhovka emerge l’intercettazione di una conversazione tra due militari russi. “Il problema principale è che la centrale idroelettrica raffredda il loro reattore nucleare (della centrale di Zaporizhzhia)”, afferma uno dei due. E il secondo risponde: “Non c’è problema. Esploderà e sarà tutto finito”. Il primo scandisce: “Quindi sono stati i nostri. Il nostro gruppo di sabotatori è lì. Volevano causare paura con questa diga. Non è andata secondo i piani. (Il risultato è) più di quanto avessero previsto”.

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Roma, 10 giugno 2023 – “La vera offensiva non è ancora iniziata, anche perché se fosse quella che vediamo, sarebbe poca cosa". Così lo storico militare Gastone Breccia, della scuola superiore di studi storici dell’Università di Pavia.

Professor Breccia, gli scontri in atto in questi giorni li possiamo etichettare come l’attesa controffensiva ucraina oppure sono una attività di ricognizione armata pesante per identificare eventuali punti deboli delle difese russe e poi fare partire l’offensiva vera?

"Io ritengo che sia vera la seconda ipotesi. Fino a questo momento non abbiamo visto grossi reparti ucraini in movimento, solo unità relativamente leggere, piccoli contingenti, che si stanno muovendo nella regione di Zhaporizhzhia. Non vedo una grande offensiva, francamente. Gli ucraini saggiano le difese russe ma stanno ancora centellinando le proprie forze in attesa di capire se davvero si apre qualcosa, se ci sono segnali di cedimento in qualche sezione del fronte. Ovviamente queste ricognizioni riscontrano grosse difficoltà e portano a scontri e a perdite. È confermato che una colonna ucraina di 12 carri è stata avvistata dai droni russi, è finita sotto il fuoco nemico e c’è di sicuro il primo Leop ard 2 distrutto".

Una offensiva sotto Zaporizhzhia per rompere l’unità terrotoriale tra Crimea e Donbass, nella zona dove in questi giorni gli ucrani stanno combattendo contro i russi, non sarebbe la mossa più prevedibile? Lì i russi li aspettano al varco.

"Certo, è l’asse più ovvio, e lì passare è arduo. Ma non è detto che sia questo l’asse principale dell’offensiva. Forse non è quella la direttrice sulla quale tenteranno di sfondare. Lì gli ucraini stanno saggiando i russi, prendendo qualche villaggio, attirando forze russe. Ma non mi sorprenderebbe se pensassero ad altro".

Tipo un attacco al nord, verso Svatovo, per penetrare in profondità e poi prendere di fianco i russi nel Donbass?

"Ritengo che sarebbe una buona opzione, anche perché lì il terreno è boscoso e collinare. Potrebbero coprirsi di più e andare in profondità, con truppe molto mobili, facendo quello che gli è riuscito a settembre nel Lugansk".

Come sarà strutturata la controffensiva? Sono possibili paragoni con le grandi battaglie del passato?

"Per ora mi ricorda la metarialshlacht della Grande Guerra, le battaglie di logoramento che tendevano a generare attrito fino a che una parte della linea nemica crollava. Credo che sarà una controffensiva diluita nel tempo, che si estenderà quantomeno per un paio di mesi, fino ad agosto inoltrato. E sarà una offensiva dinamica. Non appena lo Stato maggiore ucraino avrà segnali di logoramento russo in certi segmenti del fronte, allora manderà lì una o più delle nove brigate meccanizzate armate con blindati moderni e addestrate dall’Occidente. E allora sarà guerra “moderna“, guerra di manovra, con i mezzi corazzati. Gli ucraini faranno di tutto per prevalere: hanno bisogno assoluto non dico di vincere la guerra con questa offensiva, che non sarà, ma di ottenere dei risultati concreti, di dimostrare agli alleati occidentali che con le armi sono riusciti a produrre risultati. Ed evitare che i russi possano prospettare uno scenario coreano: ognuno si tiene il territorio che ha".

Dice Zelensky che i russi hanno fatta saltare la diga per paura della controffensiva. La convince questa lettura?

"Che siano stati i russi a farla saltare, mi convince, ma non credo per rallentare una avanzata ucraina, che in quel punto del fronte era improbabile. Credo che Mosca volesse dimostrare che è pronta a tutto, anche al disastro ecologico, pur di prevalere. È un passo in meno rispetto a provocare un incidente nucleare nella centrale di Energodar, che sarebbe una follia, ma comunque è un messaggio di spietata determinazione".