Sabato 8 Marzo 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

L’ambasciatore Benassi: “È un vertice storico, ora il dialogo con gli Usa”

L’analisi dell’ex diplomatico, docente alla Cattolica: serve la difesa comune. “Con l’America occorre lavorare per trovare tutte le convergenze possibili”

L’ambasciatore Benassi: “È un vertice storico, ora il dialogo con gli Usa”

Roma, 7 marzo 2025 – Un’Unione Europea che deve velocemente darsi una politica estera comune, funzionale anche a una difesa comune e tentare di mantenere, se possibile, il dialogo con gli Stati Uniti. L’Ambasciatore Pietro Benassi, diplomatico di lungo corso e attualmente docente all’Università Cattolica di Milano, ha commentato il Consiglio Europeo e il delicato momento internazionale.

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Antonio Costa, Ursula von der Leyen e Volodymyr Zelensky al Consiglio Europeo

Ambasciatore Benassi, è un momento spartiacque per l’Europa, qual è la sua lettura?

"Dalle prime conclusioni del vertice, sembra che in questo spartiacque siamo riusciti a metterci d’accordo su una difesa comune. Di certo è un vertice storico, perché, dopo tre anni di conflitto in Ucraina, si registra un’inattesa e spettacolare, verrebbe da dire spettrale, saldatura di posizione fra Stati Uniti e Russia".

Von der Leyen parla di riarmo. Secondo lei è davvero possibile portare la pace attraverso l’uso della forza?

"Sul linguaggio utilizzato ci sarebbe da discutere, a partire dal titolo della proposta. La diplomazia prevede che nel fare le cose bisogna anche renderle meglio percepibili alle opinioni pubbliche, proprio perché siamo una democrazia. Il concetto di riarmo è ambiguo, porta in sé un’accezione aggressiva che, come sappiamo, non fa parte delle posizioni dell’Unione Europea”.

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Pietro Benassi, ex ambasciatore a Berlino

Come si doveva chiamare?

"Il concetto di protezione che utilizza la stessa Von der Leyen nella proposta sarebbe stato molto più opportuno. Il problema dell’Unione Europea è la deterrenza e la deterrenza ha una natura intrinsecamente difensiva. Non c’è da renderla così declaratoria, perché bisogna convincere cittadini legittimamente intimoriti. Credo che nel dare corpo all’iniziativa venga definita come prevalente la componente europea rispetto al riarmo dei singoli Stati”.

‘Divorzieremo’ dagli Usa?

"Per capire davvero quale sia la strategia degli Stati Uniti, questo per l’Europa è il momento DI aumentare le sollecitazioni al dialogo con gli Stati Uniti. Bisogna cercare di identificare tutte le convergenze possibili, per un’amicizia pluridecennale. Solo dopo tale tentativo, impervio e dove non escludo tratti poco gradevoli, potremo definire meglio se gli Usa siano o meno fuori dal perimetro difensivo”.

La Turchia è in prima linea, Erdogan rilancia l’ingresso in Ue. È fattibile secondo lei?

"Il negoziato con la Turchia è bloccato da anni e non credo che riprenderà a meno di inversioni di tendenza spettacolari. Il fatto che la Turchia sia stata coinvolta nella riunione a Londra nei giorni scorsi va ascritto alla presenza di Ankara nella Nato”.

La Ue avrebbe dovuto pensare prima a una difesa comune?

"Gli eventi ci confermano che l’Europa avrebbe dovuto dotarsi di una difesa comune. Ma la difesa è una componente della politica estera, non viceversa. Finché la Ue non si dà una politica estera vera e riconoscibile, quella della difesa potrebbe soffrirne”.

Verrà mai quel giorno?

"La Ue deve fare ogni sforzo per vedere se l’opzione della politica estera e di difesa comune sia possibile a 27. Se non fosse possibile, considererei abbastanza inevitabile un’Europa A due velocità”.