Bruxelles, 6 marzo 2020 - Nell'emergenza internazionale coronavirus s'inserisce quella della carenza dei presidi medici per proteggere medici e infermieri. Insomma, la paura è che manchino le mascherine e le tute speciali. E anche il profano capisce che è un bel problema, se si ammalano i sanitari. Il ministro della Salute Speranza mette le mani avanti: al momento non ci sono problemi, assicura.
In ogni caso, per far fronte alla preoccupante carenza l'Italia - il primo Paese massicciamente colpito in Europa - ha chiesto di attivare il Meccanismo di protezione civile dell'Unione Europea per una fornitura di mascherine, ma finora non è arrivata alcuna risposta da parte degli altri Stati membri: tutti temono di rimanere senza materiale protettivo in caso di peggioramento nell'epidemia sul loro territorio. Anzi, Francia e Germania hanno decretato lo stop all'export delle mascherine e di altro materiale protettivo, notificando la scelta alla Commissione europea.
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Ma possono farlo? pare di sì. "Nel trattato c'è questa possibilità - ha detto una portavoce della Commissione, Sonya Gospodinova. "Per ragioni imperative gli Stati membri sono autorizzati a limitare la libera circolazione" delle merci: "la protezione della salute pubblica e dell'ordine pubblico sono tra le regioni. Ma queste misure devono essere giustificate, proporzionate e basate su ragioni oggettive", ha detto la portavoce. Secondo una direttiva Ue, "gli Stati membri sono obbligati a notificare" alla Commissione queste restrizioni. "Sulle misure di Germania e Francia abbiamo ricevuto notifiche che sono tratte come procedura d'urgenza", ha concluso la portavoce.
Speranza: no guerra delle mascherine
Interviene anche il ministro della Salute Roberto Speranza: "Non abbiamo problemi di mascherine al momento in Italia - dice al termine del Consiglio straordinario dei ministri della Salute - ma a livello europeo serve un coordinamento. Non tutti i Paesi o tutte le regioni avranno problemi di mascherine allo stesso momento. Per questo chiediamo che ci sia un coordinamento a livello europeo". L'appello del ministro è chiaro: "Dobbiamo lavorare insieme, non dobbiamo farci la guerra tra paesi europei con il solo rischio di far aumentare il prezzo di questi dispostivi".
Sulla situazione italiana, Speranza assicura: "Noi siamo già al lavoro da molte settimane" sul rifornimento di mascherine, "ma ci sarebbe bisogno di un unico livello di gestione degli acquisti, provando poi insieme a capire in quale parte d'Europa, nel singolo momento, c'è più bisogno. Io penso che questa sia la linea giusta". E spiega: "Se saremo tutti insieme a fare gli acquisti potremo trattare in maniera più significativa" anche con Paesi terzi che producono dispositivi di protezione, "questa è la chiave di volta e la richiesta del governo italiano". E conclude: "Un coordinamento di natura internazionale è la chiave per affrontarlo nella maniera più intelligente dobbiamo lavorare insieme in questa direzione, e da parte dei grandi Paesi europei con cui mi sono particolarmente confrontato (Germania, Francia, Spagna), c'è un'indicazione che va in questa direzione".
La richiesta e il silenzio dei Paesi Ue
Tutta questa disponibilità però non si vede: l'Agi ricostruisce che già il 28 febbraio la Commissione aveva annunciato la richiesta dell'Italia di attivare il Meccanismo di protezione civile dell'Ue per avere mascherine. "L'Italia è parte della nostra famiglia europea e faremo tutto quello che possiamo per aiutare - aveva detto il commissario responsabile delle crisi, Janez Lenarcic - questo è un virus che non conosce frontiere e tutti i Paesi dovrebbero dimostrare solidarieta'". Ma gli altri Stati membri non hanno risposto all'appello, rifiutando di fatto di fornire mascherine.
Caos mascherine, Meloni attacca il governo
Nella polemica s'inserisce Fratelli d'Italia. "Il governo deve dire immediatamente come intende reperire tutto il necessario per aumentare la capienza e la capacità delle strutture sanitarie per far fronte all'emergenza. Il virus avanza e non attende la burocrazia, l'improvvisazione e l'incapacità", scrive su facebook Giorgia Meloni. "La Germania blocca le esportazioni delle apparecchiature mediche per la terapia intensiva, la Francia requisisce tutti i materiali sanitari utili a prevenire il contagio - ha ricordato Meloni -: mentre il resto del mondo si organizza per fare fronte all'emergenza coronavirus in modo concreto, in Italia a metà febbraio il ministro Di Maio ha regalato 2 tonnellate di materiali sanitari alla Cina e il sindaco di Firenze Nardella ha donato 250.000 mascherine a Pechino".
Mascherine, M5s: violato principio di solidarietà
L'europarlamentare a 5 stelle Piernicola Pedicini va all'attacco: "La penuria di mascherine in Europa avrebbe due responsabili: Germania e Repubblica Ceca. I due Paesi, infatti, avrebbero bloccato l'esportazione del materiale medico di protezione, mascherine, guanti e tute, nonostante la richiesta di altri Paesi membri in difficoltà come l'Italia". E continua: "Se le accuse fossero confermate saremmo davanti a una grave violazione del principio di solidarietà sancito nei Trattati e questi due Paesi andrebbero severamente puniti". Pedicini si riferisce all'allarme lanciato su Twitter dalla ministra della salute del Belgio, Maggie De Block, che criticando la decisione annunciata da alcuni Paesi Ue, fra cui Germania e Francia, di vietare temporaneamente l'esportazione di mascherine, scrive: "Dobbiamo essere solidali nella ripartizione delle maschere di protezione. Un blocco delle esportazioni fra gli Stati membri non è nello spirito dell'Unione europea".
Donazioni di mascherine dalla Cina
Una mano ci arriva dalla Cina: l'azienda Xiaomi ha deciso di donare mascherine alla nostra Protezione Civile. L'azienda cinese ha donato un primo lotto di decine di migliaia di mascherine di tipo FFP3, sigla che sta a indicare la più elevata classe protettiva. La Protezione civile provvederà alla distribuzione in coordinamento con le autorità locali delle aree maggiormente interessate, nonché agli istituti sanitari che ne avessero necessità.
Majorino: Sanità sottofinanziata
"Il nostro Sistema Sanitario Nazionale è sottofinanziato. In questi anni si è sbagliato. Non bastano ora i sacrosanti interventi nell'emergenza. Bisogna cambiare radicalmente", scrive su Twitter Pierfrancesco Majorino, europarlamentare dem e ex assessore al Welfare del comune di Milano. L'Italia, sostiene, per il sistema sanitario spende "il 20% in meno degli inglesi il 40% in meno della Francia e il 45% in meno della Germania".