Roma, 27 gennaio 2025 - I ribelli del M23, sostenuti dal Ruanda, sono entrati a Goma, città situata nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, capoluogo della provincia del Kivu Nord. La città, assediata da giorni dai ribelli, starebbe per cadere: raffiche di mitra e colpi di artiglieria pesanti terrorizzano la popolazione. Nei giorni scorsi durante gli scontri tra M23 ed esercito congolese hanno perso la vita tredici soldati delle forze di peacekeeping (MONUSCO). Nove erano sudafricani, Pretoria ha fatto sapere che i suoi uomini stavano cercando di respingere l'avanzata dei ribelli sulla città. Negli scontri sono morti anche tre malawiani e un uruguaiano. L'Onu, dopo la morte dei suoi peacekeeper, ha iniziato ad evacuare il suo personale, spostandolo in Ruanda. Ma non sarà facile visto che alcuni testimoni hanno riferito che il confine con il Ruanda è stato chiuso questa mattina proprio a Goma: "Nessuno entra, nessuno esce, a parte alcuni membri del personale delle Nazioni Unite e le loro famiglie che sono stati evacuati questa mattina".
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M23 in città, evasi 3.000 detenuti
A Goma, dove risiedono oltre un milione di abitanti è il caos, gli intensi combattimenti stanno facendo fuggire la popolazione, ci sarebbero diverse vittime. M23 e soldati ruandesi hanno favorito l’evasione di almeno 3.000 detenuti dal carcere, aumentando la confusione in città. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato il conflitto e ha chiesto il ritiro delle "forze esterne" senza nominarle esplicitamente, denunciando il "flagrante disprezzo" per la sovranità e l'integrità territoriale della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Kinshasa: “Kigali ci ha dichiarato guerra”
Ieri Kinshasa ha accusato il Ruanda di avergli "dichiarato guerra", visto che ha ammassato truppe al confine e ci sono 3.000-4.000 soldati ruandesi nella Repubblica Democratica del Congo in appoggio alle milizie ribelli, hanno confermato le Nazioni Unite. Il Ruanda, che ha negato la presenza di propri uomini in RDC, ha risposto che stava assumendo una "posizione difensiva sostenuta" davanti ai combattimenti dall'altra parte del confine.
M23 contro FDLR (Leader Hutu del genocidio del 1994)
La situazione è degenerata nelle ultime settimane quando è fallita il tavolo di mediazione tra Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Ruanda sotto l'egida dell'Angola. Le ostilità di Kigali, e il sostegno a M23, storicamente derivano dalla collusione tra esercito congolese e il gruppo ribelle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR), fondato nel 2000 dai leader del genocidio in Ruanda del 1994 e da altri ruandesi esiliati nella RDC che volevano riconquistare il potere nel loro Paese.
Movimento 23 Marzo
Il Movimento del 23 marzo, M23 o Esercito rivoluzionario congolese (o Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo CNDP) è una milizia composta principalmente da Tutsi congolesi presente al confine tra RDC e Ruanda. Il nome deriva dalla data della prima firma di un trattato di pace con il governo congolese il 23 marzo 2009, dopo l'arresto del leader del CNDP, generale Laurent Nkunda, e che garantiva il rilascio dei prigionieri ribelli, la trasformazione del CNDP in un partito politico, la reintegrazione dei rifugiati e l'integrazione dei membri del CNDP nelle istituzioni governative e nell'esercito congolese. La prima ribellione del M23, per accordi disattesi, risale al 2012, quando il gruppo prese il controllo di Goma, lasciata poi alle truppe congolesi e ai peacemaker dell'Onu perché il governo di Kinsasha aveva accettato di negoziare. Le attività militari ripresero nel 2021 con raid delle milizie di M23 contro l'esercito congolese nel Nord Kivu, sempre con lo zampino del Ruanda.