Giovedì 23 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

Ecce Omo in Vaticano

AMBASCIATOR non porta pena, si usa dire. Ma il detto vale ancora quando l’ambasciatore oltre che cattolico praticante è omosessuale, e se la sede in cui dovrà officiare è il Vaticano? È la domanda che ci si pone davanti al caso di Laurent Stéfanini, diplomatico e uomo di cultura, ex numero due dell’ambasciata francese in Vaticano dal 2001 al 2005, in seguito consigliere per gli affari religiosi al Quai d’Orsay, oggi in attesa del ‘gradimento’ papale per poter prender possesso di Villa Paolina Bonaparte, sede dell’ambasciata di Francia in Vaticano.

LA PROPOSTA ufficiale è stata fatta da mesi dal presidente François Hollande su suggerimento del consiglio dei ministri: ma dal Vaticano non è ancora arrivata risposta. Il che, per chi conosce il significato del linguaggio (o meglio: del silenzio) della diplomazia aldilà del Tevere, vuole dire che monsieur Laurent Stéfanini non lo vogliono per niente. Quest’ultimo tace: non per niente è stato capo del protocollo all’Eliseo, sia con Sarkozy che Hollande. Il Vaticano aveva già risposto picche in casi similari: aveva rifiutato di avallare la nomina ad ambasciatore di Denis Tillinac, scrittore conservatore amico di Sarkozy, il cui difetto era aver divorziato due volte e contratto ben tre matrimoni.  UN ALTRO RIFIUTO era stato notificato a Jean-Loup Kuhn-Delforge, vicesegretario generale del ministero degli Esteri francese, oggi ambasciatore di Francia in Grecia: Jean-Loup in realtà non era divorziato ma aveva contratto un pacs (contratto di solidarietà civile)... con un uomo. «In Vaticano non esiste una dottrina particolare al riguardo: si decide caso per caso», ha spiegato un esponente della Curia al giornale cattolico francese ‘La Croix’. È vero – ha aggiunto – che papa Francesco ha detto: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarlo?». Ma è anche vero che non può non tener conto degli umori del mondo cattolico francese, che si è espresso contro il ‘mariage pour tous’, ovvero nozze omosessuali. Difficile credere in una soluzione positiva per Stéfanini. Il presidente Hollande un po’ se l’aspettava: già il primo ministro Valls era perplesso sulla nomina di un ambasciatore gay in Vaticano. Ma come resistere al richiamo del ‘laicismo’, che la Francia sogna di esportare nel maggior numero di Paesi possibile?