Sabato 22 Marzo 2025
Pierfrancesco De Robertis
Esteri

Coalizione dei volenterosi, Parigi e Berlino capofila. Il politologo: “C’è chi corre e chi no. È tornato il Cancelliere”

L’analisi del professor Sergio Fabbrini: “Partiti sovranisti incapaci di assumere un ruolo nella nuova Unione europea”

Coalizione dei volenterosi, Parigi e Berlino capofila. Il politologo: “C’è chi corre e chi no. È tornato il Cancelliere”

Roma, 22 marzo 2025 – Sergio Fabbrini è professore di Scienza Politica e Relazioni Internazionali e Titolare di intesa Sanpaolo Chair In European Governance Luiss.

Professore, che Ue esce dall’ultimo consiglio europeo?

“Abbiamo avuto un esito un po’ interlocutorio. Non c’è stata, o per lo meno non c’è stata ancora, una posizione comune su difesa, Ucraina ma neppure su altri punti importanti in agenda come competitività e budget”.

Come mai?

“È una fase molto complessa, e questa è la fotografia. Dove alcuni languono e altri corrono”.

A chi si riferisce in particolare?

“Sulla difesa comune si sta saldando una coalizione dei volenterosi e dei capaci guidati dalla Francia, ma a cui la Germania e poi anche la Polonia hanno offerto una sponda importante”.

ANDH6287-81106240
Il professor Sergio Fabbrini

Se lo aspettava questo salto in avanti della Germania?

“Obiettivamente la grande novità di questa ultima fase è la Germania, e la scelta di riarmarsi in queste dimensioni cambia le carte in tavola”.

Dopo Scholz, con Merz è tutta un’altra musica.

“Il passato cancelliere era un amministratore delegato di certi interessi tedeschi più che un leader, e non aveva una visione. Con Merz pare tornare la Germania dei cancellieri”.

È un bene o un male per l’Europa?

“Ci sono aspetti positivi e negativi”.

Partiamo dai positivi.

“La somma stanziata dai tedeschi è importante, e certamente contribuirà alla difesa comune e dalla possibilità di emanciparsi dagli Usa”.

Passiamo ai negativi.

“Una Germania troppo forte potrebbe portare squilibri e di certo preoccuperà più di uno. Penso alla Francia”.

Il governo italiano come si è mosso?

“Il governo è incerto, non ha una posizione chiara su niente, si illude di poter continuare in questo traccheggio tra le due sponde dell’Atlantico e mi colpisce molto il silenzio assordante di Forza Italia, che pure appartiene al Ppe. Forza Italia non si sente o per lo meno si sente molto meno di Salvini. Nel mio ultimo libro, Nazionalismo 2.0 La sfida sovranista all’Europa intregrata (in uscita per Mondadori) ho esaminato il travaglio dei partiti nazionalisti e sovranisti e la loro incapacità di assumere un ruolo nella nuova Unione europea”.

Il governo è incerto ma non è che l’opposizione se la passi meglio.

“Nel Pd la parte riformista, ragionevole, non riesce a emergere ed è succube della posizione massimalista della Schlein. I Cinquestelle hanno un approccio direi populista”.

E invece in Germania il riarmo è stato deciso insieme da maggioranza e opposizione.

“È la grande differenza con noi, dove invece ci attardiamo in discussioni sinceramente inutili sul passato. Ventotene non è la sola”.

Come mai?

“Siamo un paese confuso, con una classe dirigente di basso livello, che guarda all’interesse immediato. E non mi riferisco solo alla politica ma anche a quella imprenditoriale, ai sindacati e in fondo anche all’opinione pubblica”.