Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Cina, Ft: "Stop a software e pc stranieri. Piano triennale di Pechino"

Secondo il Financial è un "colpo ad Hp, Dell e Microsoft" in risposta al sabotaggio dell'amministrazione di Trump all'uso di tecnologia cinese negli Usa

Huawei, tecnologia cinese (Ansa)

Huawei, tecnologia cinese (Ansa)

Pechino, 9 dicembre 2019 - Il governo cinese mette al bando la tecnologia straniera. Secondo il Financial Times la Cina ha ordinato a tutti gli uffici governativi e alle istituzioni pubbliche la rimozione "dei computer e dei software esteri entro il 2022". Un vero editto, sottolinea Ft, "per spingere gli enti pubblici ad adottare kit nazionali", dando "un colpo ad Hp, Dell e Microsoft" in risposta al sabotaggio dell' amministrazione di Trump all'uso di tecnologia cinese negli Usa, tra cui quella di Hawei. 

Si tratta del programma "3-5-2": non uno schema calcistico ma una strategia definita nella primavera scorsa e pronta a entrare in vigore, puntando a rimpiazzare la tecnologia straniera con quella prodotta nel Paese asiatico, all'interno degli uffici governativi e nelle istituzioni pubbliche. La "3-5-2" riguarda sia le componenti hardware (computer desktop e laptop, router, stampanti), sia quelle software, e quindi include i sistemi operativi e, si presume, i servizi a partire da quelli cloud.  Inevitabili le ripercussioni per i grandi produttori statunitensi. Il nomignolo attribuito alla direttiva è legato agli obiettivi fissati: 30% di tecnologia straniera da rimpiazzare entro il 2020, 50% nel 2021 e il restante 20% non oltre la fine del 2022. La mossa inevitabilmente rappresenterà un taglio nella catena di approvvigionamenti tra Stati Uniti e Cina. 

Le mosse Usa contro Huawei

All'inizio di quest'anno, Washington ha vietato alle aziende statunitensi di intrattenere rapporti commerciali con il produttore cinese di apparecchiature per telecomunicazioni Huawei (mossa finora congelata, in vista del negoziato Usa-Cina, ma mai ritirata), e l'amministrazione Trump ha recentemente proposto che le vendite di tecnologia negli "avversari stranieri" negli Stati Uniti sarebbero state esaminate per motivi di sicurezza nazionale dal dipartimento al Commercio. 

Inoltre gli Usa hanno esercitato pressioni sugli alleati europei, Italia inclusa, affinché congelino i progetti di infrastrutture 5G di Huawei. 

Secondo il Financial Times gli analisti del broker China Securities hanno osservato che l'ordine è arrivato dall'ufficio centrale del Partito comunista cinese all'inizio di quest'anno. Sebbene i documenti sulla politica dell'ufficio centrale siano riservati, i dipendenti di due società di sicurezza informatica hanno dichiarato al Ft che anche i loro clienti governativi hanno confermato questa politica. Le fonti, spiega il giornale, hanno chiesto di rimanere anonime in quanto le informazioni sono politicamente sensibili.