Sabato 27 Luglio 2024

Cile in fiamme, i morti salgono a 11. Il presidente Pinera: "Siamo in guerra"

Continuano i saccheggi e le violenze: coprifuoco e oltre 10 mila militari nelle strade. Centinaia di passeggeri intrappolati in aeroporto, oltre 1.500 gli arresti dall'inizio della protesta

Soldati armati su tank nelle strade di Santiago del Cile (Ansa)

Soldati armati su tank nelle strade di Santiago del Cile (Ansa)

Santiago del Cile, 21 ottobre 2019 - Il Cile è in fiamme. Saccheggi, violenze e oltre 10 mila militari nelle strade: non si ferma la rivolta nel Paese, dove i morti sono ormai saliti a 11. Impressionante il numero degli arresti: salito a quasi 1500 dall'inizio della protesta, di cui circa 650 nella sola capitale Santiago. 

Le notizie dal Cile

Cinque persone sono rimaste asfissiate in una fabbrica di abiti che era stata assediata e saccheggiata, due sono morti carbonizzati durante il saccheggio a un grande magazzino di materiali per l'edilizia e il bricolage nel quale si è sviluppato un incendio e almeno altri due sono morti, sempre in un incendio, in un supermercato. Partite come protesta per l'aumento dei biglietto della metro, le manifestazioni in Cile si sono ormai radicalizzate e riflettono la rabbia dei cittadini in un Paese, uno dei più ricchi della regione sudamericana, fino a poche settimane fa considerato "un'oasi" del continente, ma dove sono profonde le disuguaglianza sociali. 

Secondo Radio Bio Bio oggi i manifestanti hanno attaccato anche gli uffici dell'anagrafe di Lo Espejo, località a sud di Santiago, incendiandoli e provocando ingenti danni. Il comandante dei vigili del Fuoco Jaime Flores ha confermato che l'incendio è stato causato da un gruppo di manifestanti che hanno saccheggiato i locali. Flores ha aggiunto che i danni causati sono importanti perché sono andati distrutti molti documenti dell'anagrafe.

Coprifuoco in Cile, centinaia intrappolati in aeroporto

Centinaia di passeggeri hanno trascorso la notte intrappolati all'aeroporto di Santiago dove i loro voli erano stati cancellati a causa del coprifuoco decretato nella capitale cilena. Stesi a terra accanto alle loro valigie nel cuore della notte e senza nessun posto dove andare, i viaggiatori non sono potuti salire sugli aerei ma neppure sono riusciti a rientrare in città, proprio a causa della restrizione della libertà di movimento decisa dall'esercito dalle 19.00 di domenica (la mezzanotte in Italia) fino alle 06.00 di lunedi' mattina (le 11:00). Intorno alle 04:00 di mattina, tutti sono stati rifocillati con bevande e cibarie messe a disposizione dal dipartimento emergenza del governo insieme alla compagnia aerea Latam, la principale ad operare nella capitale.

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Isabel Allende: terribile l'esercito in piazza

"E' terribile", dice Isabel Allende alla Stampa. La figlia del presidente cileno deposto nel golpe del 1973 di Pinochet, non ha dubbi nel definire l'attuale momento come cruciale per la democrazia cilena. "In trent'anni di democrazia - osserva la senatrice e presidente del Partito socialista - le forze armate erano state chiamate una sola volta, per il terremoto del 2010 per aiutare la popolazione. Oggi, invece, reprimono le manifestazioni. Il coprifuoco ha aumentato la rabbia della gente".  Secondo Isabel Allende c'è stata una grande irresponsabilità da parte di esponenti del governo, perché quando un ministro dice che il problema del trasporto pubblico si risolve svegliandosi prima alla mattina la gente si sente presa in giro" tuttavia la repressione "è sbagliata" e trattare tutti "come delinquenti è assurdo". 

 

Proteste, boom dell'hastag #PineraRinuncia

Non sono piaciute agli internauti in Cile le parole del presidente, descritte come "tremendamente irresponsabili" da diverse personalità politiche e sui social media ha guadagnato consenso l'hashtag #PineraRenuncia. "'Siamo in guerra' dice Pinera, ma sa chi ha usato le stesse tattiche per seminare la paura?", scrive un internauta. Il riferimento è ad Augusto Pinochet, il dittatore che governò il Paese tra il 1973 e il 1990. 

 

Soldati e carri armati schierati

Il governo d'altra parte è convinto di essere di fronte a una violenza "organizzata" e ha schierato soldati e carri armati, per la prima volta dal 1990, quando il Cile tornò alla democrazia dopo la dittatura di Augusto Pinochet. Il ministro dell'Interno, Andre's Chadwick, ha detto che al momento nelle strade sono schierati 10.500 uomini tra militari e forze di polizia, e che se necessario tale quota sarà rafforzata. 

Santiago, stop all'aumento dei prezzi della metro

E intanto si cerca di correre ai ripari. In una seduta straordinaria, la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge per annullare l'aumento dei prezzi della metropolitana della capitale. Lo scorso 6 ottobre, la Metro de Santiago, una compagnia privata partecipata dallo Stato, ha aumentato il prezzo del biglietto nelle ore di punta di 30 pesos, fino a 830 pesos (circa 1,2 dollari). Il prezzo era stato stabilito da un gruppo di esperti sulla base di numerosi indicatori, quali l'inflazione, il costo delle forniture per il funzionamento, il tasso di cambio. In segno di protesta, centinaia di cittadini, in particolare studenti delle scuole superiori e universitari, lunedì scorso hanno cominciato a bypassare i tornelli e a sradicarli, in modo che tutti potessero accedere alle piattaforme senza pagare. Poi, mano a mano, la protesta si è estesa ad altre aree del Paese; gli atti di vandalismo si sono moltiplicati, con barricate in strada, incendi e saccheggi a negozi e supermercati. E' il segno evidente dell'insofferenza per il costo della vita, la disuguaglianza sociale e riforme economiche che non arrivano.