Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Chico Forti, colpevole o innocente? Una storia lunga 22 anni

Negli Stati Uniti è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Dale Pike

Chico Forti con l'avvocato Joe Tacopina

Chico Forti con l'avvocato Joe Tacopina

Roma, 23 dicembre 2020 - Il nome di Enrico 'Chico' Forti è legato ormai da oltre venti anni a un vero e proprio caso giudiziario internazionale. Nel 2000 Forti è stato condannato da un tribunale della Florida all'ergastolo negli Stati Uniti, senza possibilità di uscita con la libertà condizionale, per l'omicidio di Dale Pike, figlio di Tony, padrone del Pike Hotel, una struttura famosissima nell'isola di Ibiza che Forti stava cercando di acquisire.

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Dale Pike venne ritrovato morto sulla spiaggia di Miami il 15 febbraio 1998, 24 ore dopo aver incontrato e conversato con Forti dopo il suo arrivo all'aeroporto della città della Florida. Accanto al cadavere furono trovati alcuni oggetti che, secondo gli inquirenti, identificarono Dale Pike e Chico Forti che fu accusato e poi condannato per aver preso parte a questo crimine. L'accusa aveva presentato come movente del crimine quella della truffa ai danni del padre, Tony. Forti, nel corso dei suoi anni in prigione nell'istituto di Florida City, ha sempre dichiarato di essere vittima di un errore giudiziario.

Forti, ha ricordato la Farnesina nelle scorse settimane, ha potuto contare nel corso di questi anni su un'assistenza continua da parte delle autorità consolari italiane. Nel 2016, si è riusciti ad ottenere il suo trasferimento in un penitenziario più facilmente raggiungibile dal personale del consolato generale, nei pressi di Miami. I contatti dell'ambasciata e del consolato con Forti e i suoi legali sono stati costanti, con periodiche visite in carcere per verificare le sue condizioni di salute e detentive.

Sul piano giudiziario, si legge sempre nella nota Farnesina, dopo che la sentenza di condanna è divenuta definitiva nel 2010 a seguito del rigetto di tutti i ricorsi in appello, l'obiettivo è stato sempre ottenere dalle autorità americane una revisione del processo o, in alternativa, la possibilità per Forti di poter scontare la sua pena in Italia, nel suo Paese, vicino ai suoi affetti. Fino all'annuncio di oggi del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.