Bologna, 18 maggio 2024 – Da dove vogliamo iniziare? Dal 15 luglio 1997 (delitto Versace) o dal 15 febbraio 1998 (delitto Pake)? In fondo i 65 anni di vita di Enrico detto Chico Forti si racchiudono in quei sette mesi lì e stravolgono l'esistenza di un uomo avventuroso, geniale, dinamico.
Il windsurf e la vincita in tv
Nato a Trento nel 1959, emigrato prima a Bologna per studiare e poi a Miami, diventato ricco e famoso grazie agli 80 milioni vinti da Mike Bongiorno a Supermike nel 1990: rispondeva alle domande sulla storia del windsurf, divenne campione. Mike Bongiorno disse di lui in trasmissione: 'Uno con la memoria di Chico Forti non l'ho mai visto in vita mia'
Nei primi 39 anni di vita prima della galera Chico ha fatto di tutto: campione di windsurf in giro per il mondo, dalla California alle Hawaii, stuntman (con 40 fratture nel suo personalissimo fascicolo sanitario) e poi produttore televisivo, presentatore, immobiliarista, organizzatore di sfilate di moda. Parla o mastica sette lingue, compreso giapponese e polinesiano.
Con i soldi vinti a Telemike decise di andare a vivere a Miami, dove incontrò fra l'altro una modella che diventerà sua moglie, Heater, che gli darà tre figli. Luigi Manconi lo ha definito 'Il Grande Gatsby', chi lo ha incontrato un 'vulcano'. Un ex ministro degli esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, un 'grande italiano'.
Un grande italiano accusato però di aver ammazzato o fatto ammazzare un uomo negli Stati Uniti, a Miami.
Ma andiamo con ordine.
Forti indaga sul delitto Versace
'Vulcano' Forti ha cominciato forse a complicarsi la sua vita il 15 luglio 1997, quando a pochi chilometri di distanza dalla sua residenza di Miami viene ammazzato lo stilista Gianni Versace, freddato da due colpi di pistola nella popolarissima Ocean Drive. Il mondo è sotto choc, dopo sette giorni di ricerche si trova l'assassino. Morto suicida. Secondo la ricostruzione ufficiale e giudiziaria, fu Andrew Cunanan, un ex gigolò omosessuale di alto bordo, ad ammazzare Versace. Si sparò in faccia in una casa galleggiante di Miami, ormai assediato dalla polizia.
Ma questa ricostruzione ufficiale ha sempre lasciato molti dubbi e Chico Forti, che in quel momento era un po' tutto a Miami (giornalista, uomo d'affari, produttore) decide di acquistare la casa galleggiante. Vi porta giornalisti di tutto il mondo e comincia a indagare. L'indagine diventa un docufilm, 'Il sorriso della Medusa', che verrà trasmesso nell'autunno del 1997 sulla Rai e in Francia. Chico mette in fila tutti gli elementi e avanza forte perplessità sulla storia ufficiale raccontata. In un'intervista che ci rilasciò anni fa, dal carcere di Miami, ci disse: 'Io non so chi uccise Gianni Versace, penso però che non sia stato Cunanan'.
Ecco, il ficcanaso Forti da quel momento diventa un personaggio ingombrante e scomodo, che piace poco alla polizia di Miami. Dopo l'arresto racconterà anche che degli agenti, durante l'interrogatorio, gli mostrarono le foto dei suoi figli, la strapparono e gli dissero: 'Loro non li rivedrai mai più. Hai osato infangare la polizia di Miami'.
La morte di Dale Pike e la bugia di Chico
Dal 15 luglio 1997 (morte di Versace) al 15 febbraio 1998 (morte di Dale Pike). La storia è pazzesca. Dale Pike è un uomo di 42 anni figlio di Antony Pike, titolare di un albergo di Ibiza che negli anni Ottanta era diventato un regno (anche degli eccessi) dei vip dello spettacolo, da George Michael a Freddy Mercury, da Naomi Campbell a Boy George a tanti altri. Chico Forti stava comprando quell'hotel finito un po' in disgrazia per un milione e mezzo di dollari. Anzi, aveva già firmato dal notaio. Dale Pike arriva a Miami da Ibiza, Chico per fare una cortesia a Tony Pike va a prendere il figlio Dale, che non conosce, all'aeroporto. Lo lascia vicino a un ristorante dove Dave aveva appuntamento con amici e poi si avvia all'altro aeroporto di Miami dove l'attendeva il ritorno del suocero. Il pomeriggio successivo il corpo senza vita di Dale Pike viene trovato, nudo, su una spiaggia paradiso dei surfisti e degli incontri notturni gay. Secondo l'accusa, Chico Forti lo ha ucciso o lo ha fatto uccidere. Movente: Dale Pike voleva opporsi alla cessione dell'hotel temendo che Chico volesse truffare il padre. In realtà la truffa era capovolta, nel senso che Tony Pike, bisognoso di soldi, stava vendendo a Chico un immobile di cui possedeva ormai soltanto il 5%.
Chico Forti viene incastrato per un bugia, una colossale bugia, detta in un primo momento alla Polizia. 'Non ho mai incontrato Dale all'aeroporto'. Invece lo aveva incontrato, il giorno dopo va a raccontarlo agli agenti ma viene arrestato. In un primo momento per truffa, da cui viene assolto (sì, assolto). Ma il bello, anzi il brutto della storia è che quando poi viene riarrestato e accusato dell'omicidio di Dale e nel giugno del 2020 si celebra il processo che lo condannerà all'ergastolo, gli inquirenti americani si 'dimenticheranno' di dire ai giudici popolari che il movente per cui lo stanno condannando non c'è più. Lo ha detto un tribunale, non Chico.
I dubbi sulla condanna
Quella bugia detta da Chico però è grossa, certo. Lui l'ha sempre giustificata così: 'Ho avuto paura, mi avevano detto che avevano trovato morto anche il padre e ho perso la testa'. Il padre in realtà non era stato ucciso ed era vivo e vegeto in una stanza lì accanto.
E comunque, bugia a parte non c'è uno straccio di prova sulla colpevolezza di Chico Forti. Non c'era il suo Dna nel luogo del delitto, dei granelli di sabbia trovati nella sua auto si possono trovare in mille altre spiagge della zona, il movente misterioso, visto che poi, era Antony Pike che stava truffando l'italiano.
Il 15 giugno (un altro 15..) del 2000, Chico Forti viene condannato all'ergastolo. In realtà Dale Pike, prima di andare incontro alla morte, scrisse un messaggio alla sua fidanzata dicendole che andava a Miami a incontrare un uomo importante e voleva proporgli di farle fare un film. E poche ore prima di partire ebbe anche un brusco colloquio telefonico (testimoniato anche a processo) con un tedesco che aveva più volte truffato e rubato soldi alla famiglia Pike . Questo tedesco era pieno di precedenti penali, viveva a Miami, aveva fatto conoscere Chico Forti e Tony Pike.
Il 15 giugno (un altro 15..) del 2000, Chico Forti viene condannato all'ergastolo, dopo che i 12 giudici popolari lo avevano ritenuto colpevole. In America serve l'unanimità dei giurati: c'è stata. Ma a distanza di anni una di loro, Veronica Lee, che all'epoca era una ragazza di 20 anni, ha fatto dichiarazioni choc. 'Sono stata quasi costretta a votare così. Mi bullizzavano, io provavo a dire che non c'era nulla contro Forti, gli altri mi deridevano e io andavo in bagno e piangevo. Ma non era giusto con quei pochi elementi condannarlo oltre ogni ragionevole dubbio'. Sì, i dubbi erano enormi. Se Veronica Lee avesse avuto la forza, all'epoca, di votare no, la storia sarebbe stata diversa.
Inutili, negli anni, tutti i tentativi di ottenere prima un ribaltamento della sentenza e poi la revisione del processo. Qualcuno, a Miami, negli uffici giudiziari, ha anche detto: £Gli è andata bene che non l'abbiamo condannato a morte”. Un odio mai visto.
Il fratello della vittima, Bradley Pike, ha invece perdonato Chico Forti. Anzi, ha anche dichiarato ufficialmente che teme che non si saprà mai chi ha ucciso o fatto uccidere Dale. E nel 2020 ha scritto una lettera al governatore della Florida: “L'assassinio di mio fratello è stata una tragedia che mi ha perseguitato per due decenni. Ma aggiungere alla sua scia un uomo innocente che soffre, è una beffa troppo grande. Perciò io chiedo, per favore, che il signor Forti venga rilasciato dalla reclusione per evitare ulteriori sofferenze inutili e ingiustificate”.
Ora Chico Forti è in Italia, in una cella italiana. Ha già scontato 24 anni di carcere. A chi gli vuole male ricordiamo che gli resta la condanna all'ergastolo, quindi la galera e non sarà un uomo libero, anche se col tempo potrà ottenere permessi e libertà condizionata. A Miami è sempre stato un carcerato modello.
'Non vedo l'ora di abbracciare mamma Maria' ha detto a Giorgia Meloni che lo attendeva in Italia. Mamma Maria ha 96 anni e non sperava più di rivedere suo figlio.