Roma, 15 maggio 2024 - Attentato al premier slovacco Robert Fico. A sparare è stato Juraj Cintula, 71 anni, ex dipendente di una società di sicurezza privata e autore di poesie, riportano diversi media slovacchi. “Ho sparato perché disapprovo le sue politiche”, avrebbe detto durante il primo interrogatorio. Il portale web aktuality.sk l’ha definito "un uomo di sinistra". Cintula sarebbe noto anche per essere un sostenitore del partito d'opposizione ‘Slovacchia progressista’, precisa l'agenzia di stampa slovacca APA.
Secondo il portale Denník N, il sospetto attentatore – arrestato immediatamente dopo gli spari – ha utilizzato una pistola legalmente posseduta. Inoltre, otto anni fa annunciò su Internet che stava raccogliendo firme per la fondazione del partito politico Hnutie proti nasiliu, 'Movimento contro la violenza'. "La violenza è spesso una reazione delle persone, come forma di espressione di semplice insoddisfazione per lo stato delle cose. Cerchiamo di essere insoddisfatti, ma non violenti!", aveva scritto all'epoca, riferisce il portale. Altri elementi arrivano dalla tv Joj: riferisce che l'uomo sarebbe originario della cittadina di Levice.
Aktuality.sk ha contattato il figlio del sospetto aggressore. L'uomo si dice scioccato dalla situazione. Ha confermato che il padre aveva una pistola in suo possesso legalmente. "Non ho assolutamente idea di cosa intendesse mio padre, cosa avesse pianificato, perché sia successo", ha detto. Alla domanda se avesse un rapporto di odio con il presidente del partito Smer, ha risposto: "Non ha votato per lui. Questo è tutto quello che posso dire al riguardo". L'uomo ha negato che suo padre avesse mai apertamente menzionato l'aggressione o l'uccisione del politico. Ha anche negato che l'uomo di 71 anni fosse un paziente psichiatrico. "Forse c'è stato qualche cortocircuito, non lo so".