Martedì 16 Luglio 2024
MARTA FEDERICA OTTAVIANI
Esteri

A chi giova l’attentato contro Donald Trump. In prima fila c’è Elon Musk

I repubblicani faranno di tutto per capitalizzare quanto accaduto in Pennsylvania. ‘Festeggiano’ anche i movimenti sovranisti

New York, 14 luglio 2024 –  A chi giova l’attentato contro Trump? Paradossalmente, in prima battuta, al tycoon stesso. A poche ore dallo sparo, Lauren Boebert, membro del Partito Repubblicano e nota per le sue battaglie a favore del diritto delle armi, ha incolpato il Presidente Biden dell’accaduto. Segno che i repubblicani faranno di tutto per capitalizzare l’attentato il più possibile a fini elettorali. Ma non sono i soli.

"Appoggio pienamente il presidente Trump e spero in una sua rapida ripresa": lo scrive su X Elon Musk, postando le immagini dell'attentato al tycoon durante un comizio in Pennsylvanya (Ansa)
"Appoggio pienamente il presidente Trump e spero in una sua rapida ripresa": lo scrive su X Elon Musk, postando le immagini dell'attentato al tycoon durante un comizio in Pennsylvanya (Ansa)

A prendere le difese del tycoon è stato subito Elon Musk, proprietario del social X, noto sostenitore del candidato repubblicano, si è subito schierato dalla sua parte, cavalcando l’immagine del ‘presidente martire’.

Le azioni di Trump verso la Casa Bianca aumentano e a festeggiare ci sono tutti i movimenti sovranisti d’Europa, che vedono nel tycoon un punto di riferimento, in testa il premier ungherese, Victor Orban, passando per il Rassemblement Nationale di Marine Le Pen e la lega di Matteo Salvini.

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E poi c’è la Russia di Vladimir Putin, che dall’elezione di Trump ha solo da guadagnarci. Il tycoon alla Casa Bianca significherebbe in primo luogo un disimpegno americano dalla guerra in Ucraina. E se si considera che la maggior parte degli aiuti a Kiev stanno arrivando proprio da Washington, è lecito pensare che il più preoccupato in questo momento sia il Presidente Zelensky. Una Nato più debole significherebbe possibilità di penetrazione in Paesi dell’Ex blocco sovietico o del Patto di Varsavia. Polonia, repubbliche baltiche, Repubblica ceca.

Paesi che erano già preoccupate per l’ombra lunga che il Cremlino proietta sui territori nazionali attraverso infowar e disinformazione e che con l’elezione di Trump si troverebbero ancora più deboli. Ma non bisogna dimenticare il capitolo Cina. Putin da tempo viene trattato da Pechino come un vassallo, a cui viene riconosciuto il ruolo di grande potenza solo a livello simbolico. Le posizioni assertive di Trump contro Pechino sono note a tutti. Mosca in quest’ottica potrebbe riacquistare un po’ di peso nei confronti del Dragone in difficoltà.