Martedì 16 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Chi finanzia Hamas: tasse, criptovalute e sostegni dai Paesi amici. Un ‘Pil’ da 2,5 miliardi

Ecco come può armarsi l’organizzazione che ha attaccato Israele lo scorso 7 ottobre

Roma, 23 dicembre 2023 – Un network finanziario composto dai “cugini“ dell’Anp, da Paesi amici, da centinaia di migliaia di donatori. E poi ci sono la speculazione sulle criptovalute e investimenti in attività legali ai quali si aggiunge l’aiuto internazionale “legale“ che seppure andando in attività assistenziali (ospedali e scuole in primis) comunque contribuisce al bilancio di Gaza e consente ad Hamas di dedicare tra il 20 e il 25% del suo bilancio alle spese militari. È questo network che permette ad Hamas di resistere.

il leader di Hamas, Yahya Sinwar
il leader di Hamas, Yahya Sinwar

Il bilancio dello “Stato“ di Hamas a Gaza oscilla secondo le stime, tra i 2,1 e i 2,8 miliardi di dollari all’anno. Di questi tra 1 e 1,2 miliardi all’anno vengono girati dall’Autorità palestinese. Ci sono poi gli Stati. Il Qatar per sua ammissione fornisce 360 milioni di dollari all’anno. L’Iran invece, in dodici mesi, dà mediamente circa 250 milioni, mentre dalle tasse Hamas trae dai 300 ai 400 milioni di dollari. Tra donazioni di organizzazioni islamiche e non Hamas può contare su 2-400 milioni all’anno. A questi fondi si aggiungono quelli che vengono dall’Unrwa, l’agenzia per i rifugiati palestinesi, che nel 2023 ha contribuito per 325 milioni e una attività di business legali in Paesi come la Turchia o il Libano e una fiorente attività di trading in criptovalute. Ecco il tesoro di Hamas. Ed ecco perché può resistere per mesi ad Israele.