Martedì 5 Novembre 2024
Alessandro Farruggia
Esteri

Chi è Sinwar, il capo di Hamas che sfida Israele. “Vado a casa a piedi, venite a uccidermi”, disse nel 2021 in diretta tv. Ma l’attentato non ci fu

Gli israeliani – che ora lo dichiarano “un uomo morto” – provarono già a farlo fuori il 15 maggio 2021 con un attacco aereo che distrusse la sua abitazione. Ma fallirono, alimentando il mito del boss di Gaza

Il capo di Hamas Sinwar

Il capo di Hamas Sinwar

Roma, 9 ottobre 2023 - "Yahya Sinwar è il comandante dell'operazione ed è un uomo morto. La leadership militare e politica di Hamas, tutte le sue strutture, sono attaccabili e condannate", ha tuonato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari. A leggere questa dichiarazione Sinwar deve aver sorriso. E’ abituato ad essere considerato un uomo morto dagli israeliani e a volte ci gioca per fare propaganda alla causa palestinese. Gli israeliani provarono a farlo fuori il 15 maggio 2021 con un attacca aereo che distrusse la sua abitazione, ma fallì nello scopo. Invece di continuare a nascondersi, come sarebbe stato normale, Sinwar decise di sfidare gli israeliani, il 27 maggio convocò una conferenza stampa e disse, in diretta sulla tv di Gaza, che sarebbe andato a casa a piedi dopo la conferenza stampa e invitò il ministro della Difesa israeliano a prendere la decisione di assassinarlo nei 60 minuti successivi, fino a quando non avesse raggiunto la sua casa. Sinwar ha trascorso l'ora successiva vagando per le strade di Gaza e scattando selfie con il pubblico.

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E l’attacco aereo israeliano non ci fu. Episodi come questo fanno il mito di Yahya Sinwar, dal 2017 è capo politico di Hamas a Gaza, dove è stato rieletto nel 2021 (nel primo turno per soli 7 voti su Nizar Awadallah, poi al ballottaggio dilagò) per altri quattro anni di mandato. E’ sostanzialmente il numero due di Hamas, dopo il leader poltico Haniyeh. E odia Israele.

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Uba storia di militanza

Yahya Ibrahim Hassan Sinwar è nato nel 1962, in un campo profughi di Khan Yunis, quando era sotto il dominio egiziano, e lì ha trascorso i suoi primi anni di vita. La sua famiglia è originaria di Al-Majdal Asqalan (Ashkelon), trasferitasi nella Striscia di Gaza nel 1948. Dopo essersi diplomato alla scuola secondaria per ragazzi di Khan Yunis, ha frequentato l'Università islamica di Gaza, dove ha conseguito una laurea in studi arabi. Sinwar è stato arrestato per la prima volta nel 1982 per attività sovversive e ha scontato diversi mesi nella prigione di Far'a dove ha incontrato altri attivisti palestinesi, e si è dedicato totalmente alla causa palestinese. Arrestato di nuovo nel 1985, al suo rilascio ha cofondato insieme a Rawhi Mushtaha l'organizzazione di sicurezza Munazzamat al Jihad w'al-Dawa (Majd), che si occupava, tra l'altro, di identificare le spie israeliane nel movimento palestinese e che nel 1987 è diventata la "polizia" di Hamas. Ex membro dell'ala militare del gruppo, le Brigate Izz ad-Din al-Qassam

22 anni in carcere

Nel 1988 ha organizzato il rapimento e l'uccisione di due soldati israeliani e l'assassinio di quattro palestinesi che sospettava collaborassero con Israele; per questo è stato arrestato, condannato per omicidio e condannato a quattro ergastoli nel 1989. Ha tentato più volte la fuga, ma è sempre stato catturato. Nel 2008, mentre scontava una pena detentiva in Israele, è stato operato per rimuovere un tumore al cervello. Gli israeliani gli hanno quindi salvato la vita.  Sinwar ha scontato 22 anni della sua pena ed è stato il prigioniero palestinese più anziano liberato tra i 1.026 detenuti nello scambio di prigionieri del 2011 per il soldato dell'IDF Gilad Shalit, tenuto prigioniero da Hamas a Gaza per cinque anni.

Tattico spregiudicato

Oppositore durissimo di Israele e dell'autorità palestinese, Siwar parla ebraico e conosce la cultura e il modo di pensare degli ebrei e non è alieno a mosse tattiche, se pensa che possano giovare a lui o alla causa. Il 16 maggio 2018, in un annuncio inaspettato su Al Jazeera, Sinwar ha dichiarato che Hamas avrebbe perseguito una "resistenza pacifica e popolare", aprendo la possibilità che Hamas, considerata un'organizzazione terroristica da molti Paesi, possa avere un ruolo nei negoziati con Israele. Una settimana prima aveva incoraggiato i gazesi a rompere l'assedio israeliano, affermando: "Preferiremmo morire da martiri piuttosto che morire per l'oppressione e l'umiliazione", e aggiungendo: "Siamo pronti a morire, e decine di migliaia moriranno con noi". In trattative riservate,  stato lui a ottenere il via libera da Netanyahu ai foraggiamenti dal Qatar, milioni di dollari portati in valigie dentro la Striscia dall’ambasciatore di Doha, in parte distribuiti per alleviare la miseria degli oltre 2 milioni di abitanti, in parte per rafforzare l’ala militare. 

Unire i palestinesi è il suo sogno

Da quando guida Gaza, ha avviato una rivalutazione delle relazioni esterne di Hamas, compreso un miglioramento delle relazioni con l'Egitto e soprattutto legami più forti con l’Iran, dove coltiva un ottimo rapporto con il presidente Raisi. Sinwar guarda in prospettiva e vorrebbe una riconciliazione con l’Autorità Palestinse in modo da creare un fronte più ampio contro Israele. per questo ha detto che punirà chiunque ostacoli il processo di riconciliazione con Fatah. Secondo quanto riferito, ha anche inviato degli emissari a Mahmoud Abbas offrendo di integrare le brigate al Qassam in una forza di sicurezza nazionale palestinese sotto il controllo dell'Autorità Palestinese. Della quale però vorrebbe poi prendere il controllo. Anche a questo, probabilmente, serve l’offensiva in atto. Nell’immediato certamente bloccare l’accordo tra Israele e Arabia Saudita, nel medio termine unificare i palestinesi e progettare una guerra regionale araba contro Israele. Se Siwar sopravviverà, questo è il suo piano. 

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