Londra, 30 giugno 2017 - "Ci lascerà sapendo di essere stato amato da migliaia di persone". Oggi i macchinari che tengono in vita il piccolo Charlie al Great Ormond Street Hospital di Londra verranno staccati. Si chiude così la battaglia dei genitori Chris Gard e Connie Yates, arrivati fino alla Corte europa dei diritti umani per difendere il "diritto alla vita" del loro bambino, 10 mesi, affetto da una rara malattia, una sindrome da deperimento mitocondriale. La stessa Corte due giorni fa ha respinto il loro ricorso. Vale così quanto già stabilito dai tribunali inglesi: è giusta la decisione dei medici di staccare la spina, ogni altra strada sarebbe solo un accanimento su Charlie.
LA BATTAGLIA - Charlie "deve essere lasciato morire con dignità", si leggeva nella sentenza della Alta corte di Londra. I genitori però non si sono mai rassegnati e, sostenuti da un'ondata di affetto sul web, sono andati avanti nella loro colletta, riuscendo a raccogliere ben 1,3 milioni di sterline: soldi che sarebbero serviti, secondo i Gard, a portare Charlie negli Usa per sottoporlo a una costosissima terapia sperimentale. Per i pediatri che seguono Charlie però non ha più senso tenerlo in vita artificialmente: è necessario invece passare a un trattamento palliativo riducendo al minimo la sua sofferenza. I giudici inglesi sono concordi e, in sostanza, anche quelli europei.
LA CORTE DI STRASBURGO - La Corte di Strasburgo sulla questione si è dichiarata non competente. L'istanza dei Gard è stata respinta tenendo conto "del considerevole margine di manovra che gli Stati hanno nella sfera dell'accesso alle cure sperimentali per malati terminali e nei casi che sollevano delicate questioni morali ed etiche". Inoltre i giudici hanno rilevato che "le decisioni dei tribunali nazionali sono state meticolose e accurate e riesaminate in tre gradi di giudizio con ragionamenti chiari ed estesi che hanno corroborato sufficientemente le conclusioni a cui sono giunti i giudici". Una sentenza inappellabile.
I GENITORI: NOI ABBANDONATI - "Noi e soprattutto Charlie siamo stati terribilmente abbandonati lungo tutto il processo", dicono da parte loro i genitori, che ringraziando invece quanti comuni cittadini hanno dato sostegno, anche economico tramite una colletta, alla loro causa. I Gard vogliono trascorrere le ultime preziose ore col piccolo che "ci lascerà sapendo di essere stato amato da migliaia di persone". In un'intervista con il Daily Mail hanno anche accusato i medici e le autorità, che non avrebbero acconsentito alla loro richiesta di portare il bambino a casa, perché potesse morire tra le pareti domestiche, né di rinviare la sua morte alla prossima settimana in modo che parenti e amici potessero fargli visita in ospedale.
LA MALATTIA DI CHARLIE - Charlie soffre di una rara malattia genetica, una depressione del dna mitocondrialeche che provoca un graduale deterioramento dei muscoli e degli organi, in particolare del sistema nervoso, ed è incurabile e irreversibile. Si tratterebbe, secondo i media britannici, di uno dei soli 16 casi esitenti al mondo.
LE POLEMICHE IN ITALIA - Il caso tiene banco anche in Italia dove in molti hanno puntato il dito contro la linea draconiana adottata dai dottori: "Il caso rappresenta un inquietante salto di qualità di quella cultura della morte che affligge la nostra società", ha affermato in una nota il Forum delle Associazioni Familiari di Milano. "La stessa Corte europea, abituata a intervenire ogni due per tre per sostituirsi alla legittima sovranità nazionale dei Paesi membri - si legge ancora nel comunicato - laddove si tratta di sancire nuovi diritti civili, questa volta dice di non potersi intromettere nelle decisioni dell'autorità britannica". Dalla politica si levano le voci di Fedriga (Lega Nord): "Faccio appello a Sua Santità Papa Francesco perché intervenga con la sua autorevolezza per fermare la sentenza di morte verso Charlie". Calderoli (ancora Lega) e Meloni (Fratelli d'Italia) parlano di "delitto di Stato". "Hanno vinto i giudici, i burocrati, gli ideologi dell'omicidio di Stato, e quelli che pensano che sia un costo tenere in vita un piccolo di essere umano. - scrive la leder FdI su Facebook - Hanno perso i genitori del piccolo, che hanno combattuto per poterlo portare negli Usa e sottoporlo a una cura sperimentale".