Roma, 4 luglio 2017 - La mamma del piccolo Charlie Gard ha contattato l'ospedale Bambino Gesù di Roma, che si era mosso ieri per accogliere il bimbo di dieci mesi affetto da una rara malattia genetica incurabile, la sindrome da deperimento mitocondriale. E' la presidente della struttura romana, Mariella Enoc, a raccontarlo: "Sono stata contattata dalla mamma di Charlie. È una signora molto determinata e molto decisa, che non vuole cedere di fronte a nulla. Ci ha chiesto di provare a verificare la possibilità che questa cura venga fatta, e i nostri medici e scienziati stanno approfondendo". Non sembra però che ci siano possibilità per il trasferimento del piccolo dal Great Ormond Street di Londra, dove è ricoverato e dove presto verranno staccate le macchine che lo tengono in vita, alla struttura romana.
Charlie Gard, il sorriso consegnato alla memoria
E' sempre la Enoc a spiegare: "L'ospedale ci ha detto che, per motivi legali, non può trasferire il bambino da noi. Questa è un'ulteriore nota triste". La direttrice del Bambin Gesù ha poi aggiunto: "Quando ci ha chiamati la mamma l'abbiamo ascoltata con molta attenzione". Ancora: "Non so se sarà possibile trovare una cura", "i nostri scienziati approfondiranno il tema e poi paleranno direttamente con la famiglia". Al rifiuto dell'ospedale inglese ribatte il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. La Santa Sede, spiega, farà il possibile per superare gli ostacoli legali che impediscono il trasferimento. "Superare questi problemi? Se possiamo farlo lo faremo", ha detto Parolin rispondendo alle domande dei giornalisti. "Il Bambin Gesù - ha aggiunto – è competente per la parte medica".
Charlie Gard, le tappe. Dalla malattia alle sentenze
I tribunali di Londra prima, e la Corte europea dei diritti dell’uomo poi, nelle varie sentenze hanno accolto l'istanza dell'ospedale di Londra per sospendere le cure al piccolo: per i medici si tratta di una malattia incurabile che provoca al bambino troppa sofferenza. Alla richiesta di una valutazione dal punto di vista etico della vicenda, la Enoc ha risposto: "Nella vita ci sono zone grigie. In questo caso è molto difficile dire se c'è accanimento terapeutico o no". "Su questa zona grigia - ha proseguito Enoc - mi astengo dal giudizio e faccio la sola cosa che posso fare, ovvero dire che possiamo accogliere la famiglia e accompagnarla così come ci ha chiesto il Papa".
Proprio il Santo Padre nei giorni scorsi si era espresso sul caso del piccolo Charlie: il Papa, ha dichiarato il direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, segue con "con affetto e commozione" la vicenda, esprimendo vicinanza ai genitori e al bambino. "Per essi prega - ha aggiunto Burke -, auspicando che non si trascuri il loro desiderio di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo".
ALFANO: PARLERO' CON JOHNSON - Intanto ministro degli Esteri Angelino Alfano fa sapere che anche lo Stato Italiano si sta muovendo. "Il nostro ambasciatore ha già parlato con il management del Great Ormond Street Hospital e la risposta è stata che hanno le mani legate da due sentenze che devono rispettare. Domani ho un colloquio telefonico con il mio omologo Boris Johnson e ne parlerò con lui".
Anche da Oltreoceano sono arrivate proposte di aiuto alla famiglia: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto sapere su Twitter: "Se possiamo aiutare il piccolo #CharlieGard, come i nostri amici in Gb e il papa, saremmo felici di farlo".
If we can help little #CharlieGard, as per our friends in the U.K. and the Pope, we would be delighted to do so.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 3, 2017