Martedì 18 Febbraio 2025
Beppe Boni
Esteri

Vertice di Parigi, cercansi coraggio e leadership: "Ora l’Ue presenti un piano di pace"

L’analisi del generale Camporini: Meloni parli con Washington su mandato di Bruxelles, altrimenti isola l’Italia

Roma, 18 febbraio 2025 – Generale Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica e analista di difesa, sicurezza e forze armate, è un errore il vertice di Parigi riservato solo a un ristretto gruppo di Paesi europei?

Generale Vincenzo Camporini
Generale Vincenzo Camporini

"È un atto dovuto. Su temi strategici come la guerra in Ucraina, sicurezza e difesa, dover lavorare in 27 Paesi sarebbe complicato. Macron ha agito in base anche al trattato di Lisbona che prevede la convocazione in certi casi degli Stati che hanno capacità economica e bellica. Ma l’accordo è aperto a tutti".

Secondo alcuni osservatori è il segnale di un’Europa divisa.

"Certo l’Europa non dà segnali di grande unità. Però ricordo che anche il trattato di Schengen sulla libera circolazione fu lanciato da Francia, Germania, Lussemburgo, Germania e Belgio. Allora la Ue era composta da 11 Paesi. Gli altri si confrontarono successivamente e aderirono".

Giorgia Meloni può fare davvero da ponte con Donald Trump?

"Senza un mandato preciso dell’Europa può essere un azzardo. Rischia di isolare l’Italia. Se invece prima di muoversi concorda il da farsi con Ursula von der Leyen può essere una buona opportunità, visti i rapporti personali che ha con gli States".

Macron sostiene che se l’Europa non reagisce e gli Usa abbandonano l’Ucraina alcuni Paesi Ue rischiano grosso.

"Tecnicamente le premesse ci sono. Stati come l’Estonia che confinano con la Russia esprimono timori giustificati".

L’Europa potrebbe farcela da sola, come afferma l’Estonia, a sostenere l’Ucraina senza gli Stati Uniti?

"È possibile almeno per alcuni aspetti. Per esempio ora i partner europei producono proiettili di artiglieria da 155 millimetri molto più che gli Usa. All’Ucraina la Francia ha appena consegnato aerei Mirage e l’Olanda gli F16".

L’Ungheria ha definito i partecipanti al vertice "persone che non vogliono la pace".

"L’Ungheria va data per persa dal punto di vista politico. Il primo ministro Viktor Orban è uno dei più fedeli alleati di Vladimir Putin".

L’Europa cosa deve fare ora visto che gli Usa la escludono dalle trattative di pace.

"Dovrebbe farsi avanti con una proposta propria, serve un atto coraggioso come ha fatto Macron col vertice parigino".

Una strada stretta.

"È praticabile. Anche una parte dei repubblicani Usa lo pensa. Il segretario di Stato americano Marco Rubio in una recente intervista ha detto che l’Europa deve essere presente alle trattative. Che di fatto non sono ancora cominciate veramente".

È giusto separare le spese militari dal patto di stabilità?

"È un esercizio contabile che può essere preso in considerazione. Ma tenendo presente che comunque il debito rimarrebbe".

L’Italia è in grado di aumentare le spese per la Difesa?

"Arrivare al 5% come ipotizzano gli Usa non è possibile. Ma l’aumento è inevitabile. Poi bisogna spendere bene i soldi. L’industria della Difesa Ue è ancora aggrappata ai nazionalismi. Serve un’economia di scala. Se ogni Paese europeo produce il proprio carrarmato o blindato anziché progettarne uno comune, non si va da nessuna parte".