Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Nel Kursk una centrale nucleare identica a quella di Chernobyl. Se colpita, un nuovo disastro

L’agenzia per l’energia atomica chiede moderazione, l’associazione norvegese Bellona chiede di spengere i due reattori attivi ed evitare ogni attività bellica vicino alla centrale. Ma Rosatom li mantiene in piena funzione

Roma, 17 agosto 2024 – La centrale nucleare di Kursk è così identica a quella di Chernobyl che è stata usata in ben due occasioni coe ‘set’ di film sull’incidente nucleare del 1986. Nel 1991 il film televisivo americano Chernobyl: The Final Warning ha utilizzato l'impianto di Kursk e la vicina città di Kurchatov per rappresentare rispettivamente la centrale nucleare di Chernobyl e Pripyat. L'impianto di Kursk I e la città di Kurchatov sono stati nuovamente interpretati come la centrale nucleare di Chernobyl e Pripyat nel film russo del 2021 Chernobyl: Abyss.

Il problema è la città di Kurchatov, dove sorge, non è troppo lontana dall’area delle operazioni dell’offensiva ucraina nel Kursk: 60 km in linea d’aria dal confine, 30 km dal territorio stabilmente controllato dalle truppe di Kiev e soli 23 dalle prime avanguardie ucraine. Dannatamente poco, in primis perché la centrale non ha un edificio di contenimento in cemento armato e possono bastare un razzo o un colpo di  artiglieria sparati per errore per fare gravi danni e portare a un incidente radiologico. Ad una catastrofe se fosse colpito il reattore.

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Attualmente, nella centrale nucleare di Kursk sono in funzione due delle quattro unità originarie, le unità 3 e 4, ciascuna con una capacità di 1.000 MW. Le prime due unità sono state spente rispettivamente nel 2021 e all'inizio del 2024, dopo 45 anni di funzionamento. Il combustibile è stato scaricato dall'Unità 1. Tutte le unità della centrale nucleare di Kursk sono reattori RBMK-1000, simili a quelli utilizzati a Chernobyl. E non è una buona notizia. I reattori RBMK - a differenza dei reattori VVER-1000 installati nella centrale di Zaporizhzhia, presa dai russi agli ucraini - sono molto meno protetti dalle minacce esterne.

La mappa dell'area conquistata dagli Ucraini e le distanze in chilometri dalla centrale di Kursk (grafico associazione Bellona)
La mappa dell'area conquistata dagli Ucraini e le distanze in chilometri dalla centrale di Kursk (grafico associazione Bellona)

Le vulnerabilità

“In primo luogo - scrive il fisico Dmitri Gorchacov in un recente rapporto dell’associazione norvegese Bellona, che ha una lunga storia di monitoraggio del nucleare prima sovietico e poi russo - la mancanza di strutture di contenimento in cemento (cupole) sopra il reattore rende i reattori RBMK più vulnerabili ai danni di attacchi accidentali o deliberati da parte di missili, bombe e artiglieria. Le armi di piccolo calibro o persino i droni leggeri rappresentano un pericolo minore. In secondo luogo, gli RBMK sono reattori ad acqua bollente a circuito singolo. Ciò significa che la stessa acqua e il vapore che passano attraverso il nocciolo del reattore vanno direttamente alla turbina, senza circuiti intermedi e scambiatori di calore. Pertanto, anche senza un attacco diretto a reattore la depressurizzazione e il danneggiamento della sala macchine potrebbero portare a un rilascio di radiazioni. Questo rilascio non sarebbe così grande come in un incidente al reattore, poiché non comporterebbe la fuoriuscita di combustibile, ma si tratterebbe comunque di un incidente radiologico.

Indubbiamente, se c'è un rischio di sequestro dell'impianto, i reattori devono essere spenti e raffreddati. Questo ridurrebbe il rischio di incidenti e le loro possibili conseguenze durante le operazioni militari intorno all'impianto. Ricordiamo che nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, alcuni reattori hanno continuato a funzionare per sei mesi dopo il sequestro dell'impianto nel 2022 - e questo è stato estremamente pericoloso.

Impianto aperto, due reattori attivi

Ma i russi non intendono mettere l’impianto in chiusura né a caldo né a freddo. L’operatore della centrale, Rosatom, ha confermato che i due reattori attivi sono in funzione normalmente, come se nulla stesse succedendo. La linea è: massima attenzione ma è tutto sotto controllo. "Ho incontrato Sergei Kiriyenko, primo vice capo di gabinetto dell'amministrazione presidenziale russa, a Kurchatov. La centrale nucleare di Kursk - ha scritto a ferragosto su telegram il governatore della regione di Kursk, Alexey Smirnov - è al centro della nostra attenzione. Tutto è stabile nell'impianto e tutti i processi sono normali. Il Ministero della Difesa e la Guardia Nazionale russa stanno facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza dell'impianto".

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L’Aiea chiede moderazione

“La centrale nucleare di Kursk - ha detto nei giorni scorsi il direttore generale dell’Aiea di Vienna, Rafael Grossi - dispone di sei unità di due diversi tipi di reattore: RBMK-1000 e VVER-510. Due dei reattori RBMK-1000 sono in fase di arresto e due sono pienamente operative. Le due unità VVER-510 sono in costruzione. Alla luce dell'importante attività militare riportata, desidero ricordare a tutte le parti i sette pilastri indispensabili per garantire la sicurezza nucleare durante un conflitto armato. Inoltre, sottolineo i cinque principi concreti per contribuire a garantire la sicurezza nucleare e la protezione che sono stati per la centrale nucleare di Zaporizhzhya nel contesto dell'attuale conflitto tra la Federazione Russa e l'Ucraina conflitto tra la Federazione Russa e l'Ucraina e che sono ugualmente applicabili in questa situazione. Questi includono, tra l'altro, l'imperativo 'imperativo di garantire l'integrità fisica di una centrale nucleare. Questo vale a prescindere dal luogo in cui si trova una centrale nucleare”.

“Vorrei fare appello a tutte le parti in causa - ha aggiunto il direttore generale dell’agenzia per l’energia atomica - affinché esercitino la massima moderazione al fine di evitare un incidente nucleare con il potenziale di gravi conseguenze radiologiche. Sono personalmente in contatto con le autorità competenti di entrambi i Paesi e continuerò ad occuparmi della questione. E continuerò ad aggiornare la comunità internazionale come appropriato”.