Lunedì 30 Dicembre 2024
MARTA OTTAVIANI
Esteri

L’ex ambasciatore Stefanini: “Teheran libererà Cecilia solo in cambio di qualcosa”

II consigliere scientifico dell’Ispi: potrebbero avere creato prove a suo sfavore. “Sono coinvolti gli Stati Uniti, la vicenda può complicarsi. Serve discrezione”

Stefano Stefanini è stato consigliere diplomatico del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tra il 2007 e il 2010

Stefano Stefanini è stato consigliere diplomatico del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tra il 2007 e il 2010

Roma, 29 dicembre 2024 – Una professionista scrupolosa, dal comportamento ineccepibile, che si è trovata a fare il suo lavoro in un’autocrazia dove si gioca con le carte truccate. E dove un arresto come quello di Cecilia Sala, di cui, dopo otto giorni non sono ancora state depositate le motivazioni, si sta trasformando in un pretesto da parte di Teheran per ottenere la liberazione di personaggi grati al regime. Stefano Stefanini, ex ambasciatore e consigliere scientifico dell’Ispi, delinea e sottolinea che, in questo momento, la calma e la discrezione sono fondamentali per riportare Cecilia Sala a casa.

Stefano Stefanini è stato consigliere diplomatico del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tra il 2007 e il 2010
Stefano Stefanini è stato consigliere diplomatico del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tra il 2007 e il 2010

Ambasciatore Stefanini, una nostra connazionale, che si trovava a Teheran con un regolare visto stampa è stata arrestata e non sappiamo ancora con quali accuse. Stando alla sua esperienza, come potremmo definire quello che è accaduto?

“Si tratta quasi sicuramente di un arresto strumentale. Cecilia Sala sapeva sicuramente quello che poteva o non poteva fare. Molto probabilmente lo scopo dell’arresto è avere un’arma di ricatto nei confronti dell’Italia per ottenere qualcosa in cambio”. Una professionista seria, rigorosa, abituata a contesti critici viene arrestata senza motivo. Posto che se ci sono delle trattative sono riservate e, giustamente, nessuno ne conosce i particolari, come ci si difende davanti a un atteggiamento del genere?

“Armi vere e proprie non ce ne sono. Non possiamo metterci ad arrestare un iraniano qualsiasi per avere una merce di scambio. In questi casi, si procede attraverso i canali diplomatici e di intelligence. Occorre capire cosa sia successo, quanto possa durare e cosa vuole l’Iran per rimetterla in libertà. C’è però anche il caso che vengano coinvolti indirettamente altri Paesi. Per liberare il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, ha dato il nulla osta la Germania. L’Iran ha chiesto la liberazione di un cittadino che deve essere estradato negli Stati Uniti… Il punto è proprio questo. La vicenda può complicarsi e purtroppo è analoga ad altri casi che si sono verificati. Sono passati otto giorni dall’arresto. Anche a fronte della totale correttezza di Cecilia Sala potrebbero essere state fabbricate prove a suo sfavore, cercando di farla passare come spia”.

Cosa si fa in questi casi?

“Ci vogliono discrezione e tempo. E poi bisogna mettersi in testa che, dal punto di vista iraniano, non sarà mai liberata perché non colpevole. Restituiranno Cecilia sono in cambio di qualcosa. So che per la famiglia e il fidanzato è un momento drammatico, che provano ansia e impazienza. Ma devono avere fiducia nella politica, nella diplomazia e nell’intelligence. Bisogna dare loro il tempo di lavorare”.