Roma, 29 dicembre 2024 – "Siamo a conoscenza della denuncia di arresto in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala”. A dirlo è un portavoce del dipartimento di Stato Usa interpellato da Repubblica in merito al caso. “Questo arresto arriva dopo che un cittadino iraniano è stato arrestato in Italia il 16 dicembre per contrabbando di componenti di droni. Chiediamo ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri arbitrariamente detenuti in Iran senza giusta causa”, aggiunge il portavoce che ricorda come “il regime iraniano continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti altri Paesi, spesso per utilizzarli come leva politica”. Affermazioni che, quindi, avvalorano l’ipotesi che quanto avvenuto alla reporter il 19 dicembre scorso a Teheran sia una ritorsione per l’arresto del tecnico informatico Mohammad Abedini, fermato all’aeroporto milanese di Malpensa su ordine della giustizia americana che ora ne chiede l’estradizione. Da Washington sottolineano che gli Stati Uniti sono "in frequente contatto con gli alleati e i partner i cui cittadini sono ingiustamente detenuti".
E, mentre il governo italiano segue la linea della discrezione e della cautela per riportare a casa la 29enne giornalista ancora nel tristemente noto carcere di Evin nella capitale italiana Teheran, sui social si susseguono gli appelli per la sua liberazione con l’hashtag #freeCecilia. "È in buona salute, in una cella da sola a differenza della giovane Alessia Piperno e riceverà beni di prima necessità", ha spiegato ieri il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, anche se non ha nascosto che la questione resta “complicata”.
E, oggi, a Torino, decine di persone hanno partecipato a un sit-in davanti alla Prefettura da Associazione Marco Pannella, Associazione Adelaide Aglietta, Europa Radicale, Italia Liberale e Popolare, +Europa Torino, studenti ed esponenti della campagna Donna Vita Libertà, Associazione Liberi Russi.