Roma, 27 dicembre 2024 - La giornalista Cecilia Sala è stata arrestata in Iran. Il ministero degli Affari Esteri rende noto che la reporter è stata fermata il 19 dicembre scorso dalla polizia a Teheran. Sala, 29 anni, si trovava nel Paese per alcuni servizi giornalistici. Attualmente, fa sapere Chora Media (la Podcast company per cui lavora), si trova “in una cella d’isolamento” nella prigione di Evin, “dove vengono tenuti i dissidenti”, e che “il motivo del suo arresto non è ancora stato formalizzato”.
“Siamo a conoscenza” delle notizie sull’arresto della giornalista Cecilia Sala in Iran e “chiediamo ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri detenuti in Iran senza giusta causa”, ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato Usa. “Sfortunatamente il regime iraniano continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. Non c’è giustificazione e dovrebbero essere rilasciati immediatamente”, ha aggiunto osservando che “i giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose e devono essere protetti”.
Le parole del ministro Tajani
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere che è "in buona salute" e il governo italiano sta lavorando "in maniera davvero molto intensa" e "con grande discrezione" per riportarla a casa. Intervenendo a Rai News 24, il capo della Farnesina ha sottolineato la necessità di osservare la "massima riservatezza sulla vicenda" come accadde per Alessia Piperno, precisando che Sala è "detenuta in una situazione tranquilla, è sola in una cella".
La Farnesina: visitata oggi dall’ambasciatrice
La notizia dell’arresto della giornalista è stata diffusa solo oggi, ma la Farnesina fa sapere di star “seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio”. “In coordinamento con la presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione – si legge in una nota ufficiale –. Oggi l'ambasciatrice Paola Amadei ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della dottoressa Sala. La famiglia è stata informata dai risultati della visita consolare”. “In precedenza la dottoressa Sala aveva avuto la possibilità di effettuare due telefonate con i parenti. In accordo con i genitori della giornalista, la Farnesina invita alla massima discrezione la stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione della vicenda", si legge ancora nel comunicato.
Anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rassicura sull’impegno del governo per la liberazione della giornalista. "Fin dal primo giorno, da quando è arrivata la notizia dell'inaccettabile arresto di Cecilia Sala da parte delle autorità iraniane, tutto il governo, in primis il presidente Giorgia Meloni e il ministro Tajani, si è mosso per farla liberare", scrive sui social il ministro. "Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro. Le trattative con l'Iran non si risolvono, purtroppo, con il coinvolgimento dell'opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare ma solo con un'azione politica e diplomatica di alto livello. L'Italia lavora incessantemente per liberarla, seguendo ogni strada".
Il racconto di Chora Media
Chora Media, la società per cui Sala cura il podcast ‘Stories’, ricostruisce sui social quanto accaduto alla giornalista, spiegando di non aver reso noto prima questa notizia “perché le autorità italiane e i genitori di Cecilia ci avevano chiesto di stare in silenzio, un silenzio che si sperava avrebbe portato a una rapida liberazione”.
"Cecilia Strada era partita il 12 dicembre da Roma per l’Iran con un regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta. Aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del podcast ‘Stories’ di Chora News”, si legge nel lungo messaggio diffuso su X e Instagram. “Sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre, ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto”.
"Conoscendo Cecilia, che ha sempre mandato gli audio per le puntate del podcast con estrema puntualità anche dal fronte ucraino nei momenti più difficili, ci siamo preoccupati e, insieme al suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri, abbiamo allertato l'Unita di Crisi del Ministero degli Esteri. Abbiamo chiamato i suoi contatti iraniani, ma nessuno sapeva dove fosse finita. La mattina di venerdì non si è imbarcata sul volo di ritorno e la situazione si è fatta ancora più angosciante". "Poche ore più tardi il suo telefono si è riacceso: Cecilia ha chiamato sua madre e le ha detto che era stata arrestata, portata in carcere e che aveva avuto il permesso di fare una breve telefonata. Non ha potuto dire altro. Da quel momento è cominciata l'attività delle autorità italiane, in cui riponiamo tutta la nostra fiducia e con cui siamo in costante contatto, per capire cosa sia successo e per riportarla a casa. Solo dopo otto giorni, venerdì 27 dicembre (oggi, ndr), Cecilia ha potuto ricevere la vista in carcere dell'ambasciatrice italiana a Teheran”.
“Cecilia Sala è una giornalista professionista che lavora per Chora News e per Il Foglio, e si trovava in Iran per fare il suo lavoro con lo scrupolo, la cura, la passione e la professionalità che tutti le riconoscono. La sua voce libera è stata silenziata e l'Italia e l'Europa non possono tollerare questo arresto arbitrario. Cecilia Sala deve essere liberata subito. #FreeCecilia", conclude la nota.
Tajani: “Proveremo a replicare quanto fatto con Piperno”
"Ancora non sono chiare le imputazioni che vengono attribuite alla ragazza. Ora cercheremo di fare quello che abbiamo fatto con Alessia Piperno, l'altra giovane italiana arrestata qualche mese fa e che siamo riusciti a riportare a casa. Speriamo di poter fare lo stesso con quest'altra nostra connazionale". Lo ha dichiarato al Tg4 il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a proposito dell'arresto a Teheran della giornalista Cecilia Sala.