Roma, 25 gennaio 2025 - Sotto la superficie del mare irlandese si nasconde una rete di cavi che rappresentano la base di Internet, linfa vitale che ne garantisce il funzionamento. Una rete di cavi che permette di guardare video su TikTok e foto su Instagram, ma che è anche indispensabile per i servizi di emergenza, i sistemi bancari, le comunicazioni militari. E la grande importanza di questa rete la sta rendendo un obiettivo sempre più allettante per operazioni militari, terroristiche o semplicemente criminali.
L’Irlanda ha un’importanza strategica spropositata rispetto a Europa e Regno Unito in questo ambito: il 75% dei cavi transatlantici passano infatti attraverso i mari dell’isola. E a seguito del taglio dei cavi tra la Finlandia e l'Estonia due anni fa e l’interruzione a novembre dei collegamenti tra la Finlandia e la Germania, e tra la Svezia e la Lituania, ci si interroga su chi sia (o debba essere) il garante del fondale marino nelle acque territoriali irlandesi e la sua zona economica esclusiva (ZEE)- Un’area che si estende per 230 miglia oltre le coste.
Le preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture
L'Irlanda non fa parte della NATO, non ha sottomarini e attua una politica di neutralità, con una delle forze militari di difesa più piccole d'Europa. Significa che Dublino spende meno in Difesa di Paesi come Croazia, Slovacchia o Portogallo.
Gerard Craughwell, un senatore irlandese che negli ultimi dieci anni si è battuto per ampliare i fondi, ha dichiarato al Guardian che è giunto il momento che l'opinione pubblica si renda conto che la neutralità del Paese non è uno scudo per la guerra moderna o la criminalità. “Trovo molto, molto preoccupante che si venda alla gente questa assurdità che la neutralità significhi che non possiamo difenderci”, ha detto Craughwell al media britannico. E ha aggiunto: “Se qualche azione disonesta dovesse staccare i cavi, richiamo un effetto catastrofico non solo sulla nostra economia, ma anche su quella del Regno Unito e dell'Europa”. L’Associazione europea dei cavi sottomarini ha sottolineato che la posta in gioco è alta: ci sono ben 10 milioni di dollari di transazioni finanziarie al giorno che passano attraverso i cavi sottomarini a livello globale, per non parlare dei servizi di emergenza, anch’essi basati sul trasferimento dei dati. Micheál Martin, il taoiseach (primo ministro) entrante, ha recentemente riconosciuto che l'Irlanda deve affrontare “minacce nuove ed emergenti” a causa del suo ruolo di porta d'accesso alle infrastrutture sottomarine. “Le potenziali implicazioni sono notevoli”, ha dichiarato in occasione di una conferenza sul tema tenutasi a Valencia in ottobre. I rappresentanti della difesa irlandese e islandese si sono incontrati a dicembre per discutere di sicurezza marittima e il governo di Dublino sta sviluppando una strategia di sicurezza marittima. Inoltre, Jacqui McCrum, segretario generale del Dipartimento della Difesa irlandese, ha riconosciuto che “le acque di Irlanda e Islanda ospitano infrastrutture critiche di importanza nazionale e globale”, aggiungendo che nessuno dei due Stati è immune dagli eventi mondiali solo a causa dell'isolamento geografico. Secondo Robert McCabe, accademico specializzato in sicurezza e governo delle infrastrutture sottomarine, al momento l'Irlanda non dispone di “risorse adeguate per monitorare o rispondere a potenziali minacce”, con risorse sufficienti per una o due navi in mare in caso di attacco. “Penso che sia nell'interesse di tutti che questa infrastruttura sia sicura e monitorata e che la gente capisca che tipo di minacce deve affrontare”, ha spiegato il professore. Secondo McCabe, “il modo migliore per difendere la neutralità è avere una forza di difesa”. L’accademico ha aggiunto: “Dobbiamo disporre di una forza di difesa dotata di risorse adeguate, con aerei moderni, navi, capacità di sorveglianza sottomarina, sonar, radar primari e un piano di risposta rapida in grado di rispondere immediatamente a una minaccia”. Inoltre, afferma McCabe, servirebbe un “accordo con tutti i Paesi che si affacciano sull’Atlantico”.
I precedenti
Dublino era già in stato di massima allerta da quando, a novembre, una nave spia russa, la Yantar, ha stazionato per diverse ore nel Mare d'Irlanda, utilizzando droni e apparecchiature di sorveglianza. La stessa nave è entrata nelle acque del Regno Unito lunedì di questa settimana, ma in questa occasione non si è aggirata perché è stata seguita da vicino dalla Royal Navy. Il segretario alla Difesa del Regno Unito, John Healey, ha dichiarato martedì ai Comuni che la Yantar era una nave russa impegnata nella “mappatura delle infrastrutture critiche sottomarine del Regno Unito”. Eoin McNamara, ricercatore sulla sicurezza e la governance globale presso l'Istituto finlandese di affari internazionali intervistato dal Guardian, ha descritto l'Irlanda come “una specie di crepa o anello debole” nel panorama europeo. Rispetto alle esercitazioni militare svolte dalla Russia a largo di Irlanda e Regno Unito, McNamara ha affermato: “Dublino è una città strategicamente importante in termini di catene di approvvigionamento e centri dati, e condurre esercitazioni al largo della costa significa intimidire. È come dire: 'Possiamo colpire connessioni importanti per l'economia europea'”, ha affermato. Gli interrogativi sulla protezione dei cavi sottomarini non sono limitati all'Irlanda, spiega McCabe: esiste un fenomeno noto come “cecità del mare” che si riferisce alla mancanza di trazione politica che le infrastrutture sottomarine invisibili hanno nel discorso pubblico. In risposta a una serie di domande del Guardian, il Dipartimento della Difesa irlandese ha dichiarato di partecipare a una serie di programmi di sicurezza, tra cui sei progetti di cooperazione strutturata permanente dell'UE, tra cui quelli incentrati sulla protezione delle infrastrutture critiche, sul potenziamento della sorveglianza marittima e sulle misure per contrastare le mine sottomarine. L'Irlanda è anche membro del progetto di sorveglianza marittima dell'Agenzia europea per la difesa ed è membro del forum “Partnership for peace” della NATO dal 1999.