
Danni alluvione
Roma, 13 marzo 2025 – Dall’oceano Atlantico alle Alpi, sono circa 1500 – secondo una stima dell’associazione dei sindaci francesi – i comuni senza copertura assicurativa, che siano piccoli centri abitati da qualche centinaio di persone a capoluoghi di dipartimento come Poitiers, con quasi 100.000 abitanti. A far lievitare i costi delle polizze sono stati, oltre all’incremento degli atti vandalici, gli eventi meteorologici estremi e le catastrofi naturali, tra cui incendi e alluvioni. Per migliaia di sindaci, in caso di calamità, saranno le casse comunali a dover coprire i danni. Le soluzioni a disposizione sono poche: dirottare gli investimenti sulle infrastrutture, ridurre i servizi o rassegnarsi a pagare premi sempre più alti.
Les Sables-d’Olonne: investire anziché assicurarsi
“La compagnia assicurativa ci ha proposto un nuovo contratto con un premio tre volte superiore a quello precedente e una franchigia di 2,5 milioni di euro in caso di inondazioni”, dice Jean-Pierre Chapalain, assessore comunale di Les Sables-d'Olonne dal 2019, una città balneare di quasi 50.000 abitanti, a ridosso dell’Oceano Atlantico. Priva di assicurazione per il secondo anno consecutivo, Les Sables-d’Olonne è minacciata dall’innalzamento del livello del mare — tra 85 centimetri e 1 metro e 10, a seconda degli scenari dell'IPCC — e dalle sue conseguenze: tempeste violente e picchi anomali di alta marea. Nel 2024, SMACL Assurances, la compagnia assicurativa storica del comune, ha aumentato il contratto a 610.000 euro all’anno, “una somma che non potevamo pagare, né mettere da parte, perché la legge ce lo impedisce. Per questo abbiamo deciso di investire l’equivalente per proteggere il comune nei prossimi anni e rafforzare le infrastrutture”, spiega Jean-Pierre Chapalain. Investimenti destinati a ridurre la vulnerabilità di scuole, piscine, musei, centri associativi, ma anche di chiese, uffici e dei 90.000 alberi appartenenti al comune. Da azioni “nuove ma semplici”, come l’acquisto di paratie antiallagamento, tecniche di potatura innovative o il rialzo delle prese elettriche a 1,50 m invece che a livello del suolo, fino a spese più significative: “il nostro budget per il consolidamento delle dighe è passato da 500.000 a oltre 6 milioni di euro”.
Breglio, la città che ha vietato le catastrofi naturali
Il caso più emblematico è quello di Breglio (Breil-sur-Roya), al confine con l’Italia, spazzato via dalla tempesta Alex nel 2020. “Eravamo assicurati da 22 anni con la stessa compagnia assicurativa. A giugno 2024, poche settimane dopo averci versato un grosso indennizzo di circa 6 milioni di euro per i danni subiti a causa della tempesta Alex, abbiamo ricevuto una lettera in cui ci informavano che avrebbero rescisso tutti i nostri contratti il 31 dicembre 2024”, dice Sébastien Olharan. Il sindaco ha varato un decreto simbolico per “vietare” le catastrofi naturali, dopo che, dal 1° gennaio 2025, si è ritrovato senza assicurazione per i 70 beni immobili del comune. “Tutto quello che potevo fare era pregare affinché nessuna catastrofe colpisse uno dei nostri edifici. Poi ho pensato: emetterò un'ordinanza per vietare le calamità naturali! Era un modo per attirare l'attenzione”. Un messaggio per denunciare quella che è una situazione paradossale: nel momento in cui il comune di Breil è più protetto che mai, dopo quattro anni di lavori per ricostruirlo, nessuna compagnia assicurativa ha presentato un’offerta. Sébastien Olharan si è quindi rivolto allo Stato che, tramite un organismo del Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha obbligato cinque compagnie — Groupama, Allianz, AXA, Generali e Swiss Life — a unirsi per assicurare il comune fino al 31 dicembre 2025. L’altra faccia della medaglia? “Il premio assicurativo è passato da 15.000 a 100.000 euro, praticamente moltiplicato per sette”, afferma il sindaco.
Un piano nazionale per aiutare i comuni
Per rassicurare i comuni e le compagnie assicurative, il governo ha presentato lunedì 10 marzo 2025 il Piano Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico (PNACC), atteso da oltre due anni. La ministra della Transizione Ecologica, Agnès Pannier-Runacher, ha dettagliato le 52 misure necessarie per preparare la Francia a un riscaldamento di 4°C. Tra queste, l’accelerazione dei progetti di adattamento in un centinaio di zone prioritarie, per dare l’esempio, e 300 milioni di euro per il Fondo Barnier, creato nel 1995 per aiutare i comuni a finanziare i lavori necessari per ridurre la loro vulnerabilità e per rimborsare i cittadini colpiti da una catastrofe o espropriati preventivamente. Un passo nella giusta direzione, anche perché, come ricorda Jean-Pierre Chapalain, “la vocazione dei comuni non è quella di spendere nella ricostruzione di un edificio, ma piuttosto di servire l'interesse generale, migliorando le strade e sostenendo le strutture associative...”.