Londra, 16 marzo 2018 - Continua a imperversare e ad allargarsi la 'guerra delle spie'. Dopo la condanna unanime della Russia firmata dai leader di Francia, Stati Uniti, Germania e Regno Unito (alla quale si è aggiunta anche la solidarietà di Paolo Gentiloni), oggi arrivano le pesanti (e mirate) accuse del ministro degli Esteri britannico Boris Jhonson, che al New York Times ha indicato come "enormemente probabile una decisione" del presidente russo Vladimir Putin sull'avvelenamento di Skripal. Dura la risposta del portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov che ha definito le accuse "scioccanti e imperdonabili". Intanto sul fronte delle indagini emergono inquietanti novità.
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LE INDAGINI - In particolare, il gas nervino che ha avvelenato l'ex spia del Kgb, Sergei Skripal, e sua figlia Yulia era nascosto nella valigia di quest'ultima. Ne sono convinte le agenzie d'intelligence britanniche citate dal 'Daily Telegraph', che indica non meglio precisate fonti di alto livello. Gli investigatori stanno lavorando sulla teoria che l'ormai famosa tossina Novichok sia stata usata per impregnare un indumento, un cosmetico o un regalo dato alla giovane russa prima della sua partenza da Mosca per la Gran Bretagna. Una volta aperta la valigia nella casa del padre a Salisbury, il gas nervino li ha avvelenati entrambi. Ma sembra ovvio che la donna sia stata presa di mira per arrivare al padre.
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Dalle indiscrezioni di stampa non si capisce se la versione della valigia avvelenata si basi su qualche traccia concreta già rinvenuta o se invece sia stata messa sul tavolo per esclusione, dopo il mancato ritrovamento di traccie dell'arrivo in Gran Bretagna di quella "squadra di esecutori al servizio del Cremlino" che - nelle parole del giornale conservatore - gli investigatori pare immaginassero di trovare. Il Telegraph scrive in effetti che l'intelligence starebbe al momento "lavorando sulla teoria" di una possibile contaminazione del contenuto del bagaglio.
Yulia Skripal, 33 anni, era tornata a vivere a Mosca da qualche anno dopo un periodo trascorso con i genitori in Inghilterra. Si sa che la donna è giunta a Salisbury pochi giorni prima dell'avvelenamento, per fare visita al padre Serghei, 66 anni, ex colonnello dell'intelligence militare russa (Gru) vendutosi negli anni '90 all'MI6 britannico, poi condannato in patria, graziato nel 2010 e infine riparato transfuga nel Regno.