Giovedì 26 Settembre 2024
Giovanni Panettiere
Esteri

Caso Medjugorje, il biblista Maggi punge il Vaticano: “Intervento tardivo e la telenovela sulle apparizioni continua”

La provocazione del religioso dei Servi di Maria: “Se contano la devozione e la preghiera dei fedeli, anche a Trevignano c’erano. Si sono applicati due pesi e due misure”

Il biblista Alberto Maggi, religioso dei Servi di Maria

Roma, 21 settembre 2024 – Chi si augurava che la nota della Santa Sede chiudesse una volta per tutte la questione Medjugorje, dopo 43 anni vissuti ad alta tensione fra scettici e devoti dei presunti veggenti, rischia di restare deluso. Non solo perché lo stesso documento, ‘La Regina della pace’ – più che un titolo un auspicio –, lascia al Papa, a lui solo, la possibilità di sciogliere il nodo sull’autenticità delle apparizioni, ma soprattutto perché critiche al Vaticano, che, se ha scelto di sospendere il giudizio sulle visioni, ha dato il nulla osta pieno alla devozione in terra slava, piovono da destra e sinistra. Comprese quelle di un pezzo da novanta dell’esegesi biblica italiana, fra Alberto Maggi, 79 anni, studi al prestigioso École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. alle spalle numerose pubblicazioni dedicate alla Madonna. La più affine al caso Medjugorje s’intitola ’Bernadette, la vera storia di una santa imperfetta’ (Garzanti, 2022) ed è incentrata su un’altra storia di apparizioni mariane, quella più ortodossa di Lourdes.

Fra Maggi, era proprio necessario un pronunciamento della Santa Sede su Medjugorje?

“Certamente, ma quarant’anni fa, quando iniziò la dubbia vicenda. La saggezza popolare insegna che non si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati. Evidentemente in Vaticano ci sono altri criteri”.

Trova più controversa la decisione di sospendere il giudizio sull’autenticità delle apparizioni oppure il via libera dato ai pellegrinaggi nel luogo delle presunte apparizioni?

“Il Vaticano ha adottato due pesi e due misure. Se quel che conta è la devozione dei fedeli, le loro preghiere e non la veridicità del fatto, perché per la presunta apparizione della Madonna a Trevignano sono stati adottati altri criteri? Anche lì migliaia di persone accorrevano in preghiera”.

Da biblista, scorge riflessi pagani e di mera superstizione in fenomeni miracolistici come Medjugorje?

“L’insegnamento magistrale della Sacra Scrittura è contenuto nel Libro del profeta Geremia dove il Signore così si lamenta: “Il mio popolo ha abbandonato me, sorgente d’acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua” (Ger 2,13). Quando non si conosce la Parola del Signore, la buona notizia di Gesù, si ricorre alle chiacchiere”.

Che differenza c'è fra una veggente come Bernadette e i sei cittadini dell'ex Jugoslavia che dichiarano di aver visto la Madonna?

“A Lourdes sin dal primo giorno è tutto rigorosamente documentato grazie alla solerzia del commissario di polizia Jacomet. Bernadette, figura limpida e cristallina, non ha mai accettato neanche una moneta, inoltre col passare del tempo si è distanziata dalla sua esperienza. Una delle regole della Chiesa per l’autenticità delle apparizioni è la loro brevità, così è stato per Lourdes, a Medjugorje la telenovela continua”.

Il verdetto vaticano è stato in qualche modo condizionato dal giro d’affari che ruota attorno al Medjugorje, in primis il network Radio Maria?

“Credo che un giro d’affari di ben cento milioni di euro l’anno siano un buon argomento”.

Perché tante persone, anche nel XXI secolo per credere necessitano di cercare l’Altro da sé in apparizioni, guarigioni prodigiose, in miracoli?

“Se si credesse e praticasse il Vangelo, parola che, se accolta, fa fiorire la pienezza di vita in ogni creatura, le persone non cercherebbero risposte altrove. Gesù è molto chiaro: rigetta quanti gli chiedono segni per vedere e credere (Gv 4,48) e chiede di credere per essere segno che gli altri possano vedere”.