Roma, 23 gennaio 2025 – Il caso Almasri arriva in Senato. Non si spegne la polemica sul rilascio (con tanto di riaccompagnamento in Libia con volo di Stato) del capo della polizia giudiziaria libica, accusato di crimini contro l’umanità. Najeem Osema Almasri Habish è stato rilasciato nella serata del 21 gennaio "per poi essere rimpatriato a Tripoli, per urgenti ragioni di sicurezza, con mio provvedimento di espulsione, vista la pericolosità del soggetto". Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi rispondendo al question time al Senato.
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A seguito della mancata convalida dell'arresto da parte della Corte d'appello di Roma, considerato che il cittadino libico era 'a piede libero' in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato di arresto emesso in data 18 gennaio dalla Corte Penale Internazionale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato. Il provvedimento è stato notificato all'interessato al momento della scarcerazione e, nella serata del 21 gennaio, ha lasciato il territorio nazionale ". Così Piantedosi ricostruisce la vicenda, sottolineando che il Governo ha dato la disponibilità a rendere un'informativa di maggiore dettaglio sul caso per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, compresa la tempistica riguardante la richiesta, l'emissione e l'esecuzione del mandato di cattura internazionale.“L'espulsione che la legge attribuisce al ministro dell'Interno – aggiunge Piantedosi – è stata individuata come misura in quel momento più appropriata, anche per la durata del divieto di reingresso, a salvaguardare la sicurezza dello Stato e la tutela dell'ordine pubblico''.
Le tappe della vicenda
Piantedosi ha poi ripercorso i punti chiave della vicenda, spiegando che "lo scorso 19 gennaio, il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all'esecuzione del mandato d'arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte penale internazionale. Ad avvenuta esecuzione del provvedimento, sono stati informati gli uffici della Procura generale presso la Corte d'Appello di Roma e il competente Dipartimento del ministero della Giustizia, oltre al difensore nominato d'ufficio e le autorità consolari”.
L’arresto e il rilascio
Almasri, secondo la ricostruzione di Piantedosi è stato “temporaneamente associato alla locale casa circondariale Lorusso e Cotugno e, quindi, messo a disposizione dell'autorità giudiziaria competente, la Corte d'Appello di Roma e la Procura generale presso la stessa Corte d'Appello. Il successivo 21 gennaio, la Corte d'Appello di Roma, nell'ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a procedere sull'arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l'immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa".
Boccia (Pd): “Scelta che rende l’Italia complice di un criminale”
Le parole di Piantedosi, più che chiarire il caso Almasri, hanno alimentato ulteriormente la polemica politica.
"È evidente il tentativo del governo di derubricare a problema tecnico-procedurale quanto avvenuto, ma il Parlamento e il Paese hanno bisogno di risposte. Non siamo di fronte ad un cavillo giuridico, ma a scelte fatte dal governo con il coinvolgimento di altri pezzi dello Stato. Si tratta di una decisione politica del governo italiano che ha riportato un criminale in Libia con un aereo di Stato. Questa decisione è stata presa a Palazzo Chigi. Con questa decisione il governo ha reso la Repubblica italiana complice di un criminale”. Lo ha detto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia dopo aver ascoltato Il ministro Piantedosi al Question time.
Magi (+Europa): “Meloni riferisca subito al Parlamento"
“Irrinunciabile che la presidente del Consiglio Meloni riferisca in prima persona e urgentemente al Parlamento". Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi. "Sarebbe tutto esilarante se non fosse gravissimo: dalla ricostruzione fornita sembrerebbe infatti che Nordio non sia stato informato e per questo sia avvenuta la scarcerazione, mentre invece Piantedosi, prontamente informato, avrebbe espulso Almasri”.