Per 78 anni, da quando la incontrò, non le aveva mai tolto gli occhi di dosso. Senza mai smetterla di guardarla con amore. Come l’altro ieri, quando la bara con dentro la sua adorata Rosalynn, è stata portata via. L’ex presidente americano Jimmy Carter, 99 anni, ha voluto rimanere al fianco di sua moglie fino all’ultimo secondo, e ha insistito per farsi portare in chiesa ad Atlanta, quasi steso su una sedia a rotelle dotata di ossigeno.
Rosalynn, che di anni ne aveva 96, era il pilastro della vita politica e psicologica di Carter, più dei suoi figli, più dei presidenti che lo hanno preceduto e seguito. La figlia Amy gli ha tenuto la mano per tutta la cerimonia: "Sta arrivando alla fine della sua vita, ma è felice e fiero di essere stato qui per lei fino alla fine".
Rosalynn ha ricevuto l’ultimo saluto delle cinque first lady che le sono succedute, riconoscendola come un modello inimitabile. In una delle sue rare apparizioni pubbliche da quando ha lasciato la Casa Bianca, Melania Trump si è unita a Jill Biden e alle altre ex first lady, Hillary Clinton, Laura Bush e Michello Obama. Jimmy Carter l’ha portata in tutto il mondo anche se Rosalynn aveva una sua attività autonoma e filantropica molto intensa. Sono invecchiati giorno dopo giorno nella politica di primo piano per passare poi a un attivismo sui diritti umani, sempre in difesa del diritto di voto. Hanno vissuto mano nella mano di fede e politica senza mai confondere o sovrapporre le due realtà. A differenza di oggi con i sostenitori di una parte e dell’altra totalmente spaccati e incapaci di ascoltarsi.
Carter e Rosalynn, anche con la debacle degli elicotteri e degli ostaggi in Iran che costò a lui la presidenza, sono stati il prodotto di un’altra America, sempre molto diversa nei contenuti liberal e conservatori, ma che si sforzava di rimanere tollerante, democratica e aperta al momento del voto. Ma l’altro giorno, per un attimo, quel Carter magrissimo e in carrozzella, senza più quella luciferina intensità dello sguardo, al fianco degli ex presidenti Biden e Clinton e di tutte le first lady che hanno proseguito il lavoro di Rosalynn è sembrato quasi un tragico monito di un’America al crepuscolo. Un Paese oggi accelerato e confuso, irriconoscibile, che affoga nelle fake news e nella cattiva e pericolosa informazione.