Osaka (Giappone), 27 agosto 2021 - Per i carnivori dall'anima green una speranza arriva dai ricercatori dell'università di Osaka, che sono riusciti a 'stampare' in 3D nientemeno che la carne di manzo Wagyu, una delle varietà più apprezzate (e costose) al mondo. Fino a questo momento i tentativi di 'coltivare' la carne in laboratorio avevano prodotto solo fibre muscolari, molto diverse dalle vere bistecche. Ma ora cambia tutto, come testimonia lo studio pubblicato su Nature Communications.
Il team è partito da due tipi di staminali, le 'satelliti' e quelle da tessuto adiposo, fatte cresce in laboratorio per riprodurre diversi altri tipi di cellule, muscolari, adipose o dei vasi sanguigni. I vari tipi sono poi stati assemblati, sempre con la stampante 3D, riproducendo la struttura della vera carne Wagyu, conosciuta proprio per la alta percentuale di grasso contenuta nelle fibre che dà il caratteristico sapore.
La carne è stata poi tagliata perpendicolarmente per ottenere delle fette di Wagyu. "Migliorando questa tecnologia - afferma al Daily Mail Dong-Hee Kang, uno dei ricercatori - sarà possibile nono solo riprodurre strutture complesse della carne, ma anche fare piccoli aggiustamenti sulla componente di tessuto muscolare e di grasso, in base al gusto o ad aspetti inerenti la salute. Questo lavoro ci può portare verso un futuro più sostenibile, con la carne 'coltivata' usata su larga scala". Il metodo sviluppato è potenzialmente ecologico e sostenibile per la produzione alternativa all'allevamento della pregiata carne di 'Kobe'.