Roma, 25 dicembre 2024 – “Oggi la Siria sarà purificata dalla grazia di Dio”. Quando il leader dei ribelli siriani Abu Mohammed al-Jolani ha pronunciato il discorso della vittoria a Damasco, queste parole sono passate perlopiù inosservate. Jolani si riferiva – lo ha spiegato lui stesso – al fatto che la Siria è diventata “il più grande produttore di Captagon sulla terra”.
La droga in fumo
Le nuove autorità sembrano voler andare fino in fondo nell’opera di ‘disintossicazione’ e oggi fanno sapere di aver bruciato una grande scorta di droga prodotta dal regime di Assad. Un giornalista dell'AFP ha raccontato di aver visto le forze di sicurezza del nuovo governo versare carburante e incendiare un deposito di cannabis, antidolorifico oppioide tramadolo e circa 50 buste di pillole rosa e gialle di Captagon nel distretto di Kafr Sousa. Ma secondo le autorità le compresse di Captagon andate in fumo sarebbero già un milione, insieme a fiumi di alcol. Due settimane fa in rete era circolato un video che riprendeva un presunto laboratorio scoperto dagli uomini armati, localizzato nella zona di Damasco.
Gli insorti ora al potere vogliono “proteggere la società siriana”, spiega un membro delle forze di sicurezza con indosso un passamontagna, identificato solo con il suo nome di battesimo, Osama, e “tagliare le rotte di contrabbando utilizzate dalle aziende della famiglia Assad”.
Cos’è il Captagon
Il Captagon (fenitillina) è una sostanza psicotropa simile all’anfetamina. La chiamano anche cocaina dei poveri, per il suo prezzo inferiore sul mercato. La sua produzione è “proliferata in Siria in un’economia distrutta dalla guerra, dalle sanzioni e dallo sfollamento di massa dei siriani all’estero”, spiega la BBC. Damasco l’ha esportata per anni illegalmente complice il sistema di sicurezza colabrodo dei paesi vicini, incapace di arginare il contrabbando. Si parla (fonte BBC) di introiti stimati per 5,6 miliardi di dollari l’anno.
Dubbi sul futuro
“Assad ha trasformato la Siria nella più grande fabbrica di Captagon al mondo”, ha accusato Al-Jolani promettendo di ripulire il Paese. Impresa non facile visto l’imponente rete ormai esistente in Siria e nel Medio Oriente. L’esperta di narco-traffico siriano al News Lines Institute, Caroline Rose, citata dalla BBC, teme che il nuovo governo “darà un giro di vite all’offerta di droga” senza “provare a fare qualcosa per ridurre la domanda”. Senza contare che la smobilitazione del commercio di droga lascerà dietro di sé un’economia tutta da ricostruire.