Mercoledì 2 Ottobre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Capodanno di guerra. Ostaggi, razzi, profughi. Ma Israele si compatta intorno a Netanyahu

Il popolo ebraico celebra l’inizio del 5785, una festa carica di tensione. L’operazione nel Paese dei cedri ha il sostegno dell’opposizione.

Capodanno di guerra. Ostaggi, razzi, profughi. Ma Israele si compatta intorno a Netanyahu

Tel Aviv, la gente si ripara dietro le auto sotto al ponte dell’autostrada durante il raid iraniano del 1° ottobre scorso

Roma, 4 ottobre 2024 – Sulla carta ieri in Israele doveva essere una giornata di festa. Si celebrava infatti il Capodanno ebraico, l’anno 5785 dalla creazione del mondo. A questo appuntamento con la Storia, in cui tradizionalmente nelle famiglie si scambiano gli auguri per l’anno che viene, gli israeliani sono arrivati dopo una settimana altamente emotiva caratterizzata dall’uccisione del leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, da attacchi missilistici dallo Yemen e dal Libano, dall’ingresso di forze di terra in Libano ed infine dal lancio di oltre 180 missili balistici dall’Iran.

Eppure, malgrado questo diluvio di fuoco e di violenze, mentre 100 ostaggi sono da un anno a Gaza e decine di migliaia di israeliani sono ancora profughi nel loro Paese, gli israeliani hanno mantenuto in apparenza nervi di acciaio. "In che misura – ha indagato il quotidiano Maariv – Israele è un posto dove è bello vivere ? "Ed il 66% ha risposto: "Qui si sta bene". "Ma personalmente vi sentite sicuri ?". Risposta positiva per il 41%, negativa per il 30%, gli altri ammettono: "Così e così".

Certo di fronte agli attacchi missilistici le difese dell’aviazione militare hanno dato un’ottima prova. Ma secondo la stampa ortodossa ebraica per comprendere meglio la realtà occorre fare ricorso anche alla metafisica. L’intercettamento dell’attacco iraniano, secondo ‘Ha-Peles’, è stato "un miracolo evidente". "Avremmo dovuto contare centinaia di morti – incalza ‘Ha-Mevasser’. – Forse migliaia. E invece non è stato torto nemmeno un capello di un ebreo". Conclusione, pur disponendo di difese tecnologiche di avanguardia, durante l’attacco iraniano Israele si è avvalso di un intervento "sovrannaturale".

Allargando l’offensiva su diversi fronti Benjamin Netanyahu ha certamente disorientato gli israeliani. Da un lato preferisce che non ritornino col pensiero al passato, al traumatico 7 ottobre. Dall’altro non ha ancora chiarito quale sia – dopo le fiammate a Gaza, in Libano, nello Yemen e con l’Iran – il suo progetto per il futuro. Sospesi a mezz’aria fra passato e futuro agli israeliani resta in sostanza solo un presente fatto di sirene di allarme, di crescenti difficoltà economiche e di incertezza permanente, ormai da un anno. L’eliminazione di Nasrallah e l’ingresso dell’esercito in Libano ("per consentire agli sfollati dell’alta Galilea di tornare alle loro case") ha visto un aperto sostegno al governo Netanyahu anche da parte di formazioni dell’opposizione. Nel sondaggio di Maariv il Likud, il partito di Netanyahu, si è rafforzato anche questa settimana arrivando a 26 seggi (sui 120 della Knesset). A maggio ne contava 17. I leader centristi Gantz e Lapid arrancano adesso indietro, distanziati. Nei social di estrema destra Netanyahu è rappresentato come un leader "tutto di un pezzo" che, se necessario, non guarda in faccia a nessuno: né al presidente Usa Joe Biden né ai vertici dell’esercito israeliano, se gli danno l’impressione di voler terminare la guerra a Gaza.

Due israeliani su tre, secondo Maariv, non hanno mai soppesato quest’anno la possibilità di lasciare Israele, malgrado le difficoltà. Il 24% potrebbero farlo, ma solo per un periodo limitato. Il 73% inoltre vuole che i figli restino in Israele. Fra i più soddisfatti del Paese: gli anziani, i religiosi e i sostenitori del governo Netanyahu. Giovani coppie e laici la pensano diversamente. Ma se progettano di tornare in piazza a manifestare adesso non possono più perché a causa dei ripetuti bombardamenti nemici nelle retrovie gli assembramenti di massa sono temporaneamente vietati.