Domenica 1 Settembre 2024

Caos mondiale. Il criminale Putin esce dall’angolo

Vladimir Putin sta cercando di riscattare la sua immagine e il suo futuro politico, visitando l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti per parlare di conflitti in corso e mercato del petrolio. La sua prospezione estera mostra ai nemici di sempre, gli Stati Uniti, che la Russia è ancora in gioco.

Marta

Ottaviani

Sono passati solo pochi mesi da quando molti analisti davano il suo potere ultra ventennale in bilico. Invece, complici diversi fattori, il presidente russo, Vladimir Putin, si comporta come chi sta per riscattare la sua immagine e il suo futuro politico. E, sostanzialmente, fa quello che vuole, con buona pace del mandato di cattura internazionale, pronto a rientrare con forza nei giochi mediorientali. Il numero uno del Cremlino oggi volerà prima in Arabia Saudita e poi negli Emirati Arabi Uniti. Due tappe che non arrivano a caso. L’Arabia Saudita ha posto una pausa all’allargamento degli accordi di Abramo e insieme con gli Emirati Arabi Uniti, che stanno ospitando Cop28, fa parte dell’Opec. Sembra quantomai chiaro che con loro Putin parlerà non solo dei due conflitti in corso, ma anche di mercato del petrolio, cercando di tenere sotto pressione il prezzo del greggio il più possibile, proprio mentre il resto del mondo sta parlando di transizione energetica e fonti alternative. Saranno due visite-lampo, anche perché lo zar domani riceverà a Mosca il presidente iraniano, Ebrahim Raisi: all’ordine del giorno non solo il conflitto arabo israeliano, ma anche la situazione in Siria e la collaborazione in campo militare e nucleare.

Dopo mesi in difesa e al riparo nei confini nazionali, insomma, il capo del Cremlino sembra avere intenzione di usare la frammentazione della comunità internazionale per riposizionarsi sulla scena estera, proprio quando la Russia veniva descritta come isolata e senza più alleati. Ma questa prospezione estera serve anche a mostrare ai nemici di sempre, ossia gli Stati Uniti, che, seppure con un grande azionista chiamato Cina alle spalle, la Russia è ancora in gioco. Una situazione sempre più difficile per il presidente Joe Biden, che si prepara a una campagna per la rielezione nel novembre 2024 sempre più in salita.