Mercoledì 5 Marzo 2025
REDAZIONE ESTERI

Trump-Trudeau, telefonata a nervi tesi. Canada: “Furiosi con gli Usa, non è più uno scherzo”

Il tycoon: “Trudeau non ha fatto abbastanza sul Fentanyl”. Poi rinvia di un mese i dazi sulle auto. La ministra degli Esteri di Ottawa mette un punto dopo le dichiarazioni del presidente Usa sul Canada 51esimo stato americano

Trump-Trudeau, telefonata a nervi tesi. Canada: “Furiosi con gli Usa, non è più uno scherzo”

Roma, 5 marzo 2025 – Nervi scoperti tra Canada e Usa.  Fumata nera dalla telefonata fra Donald Trump e Justin Trudeau sui dazi: stando al resoconto del presidente americano la chiamata si sarebbe conclusa “in qualche modo amichevolmente”. Scrive il tycoon su Truth: "Gli ho detto che molte persone sono morte a causa del Fentanyl che attraversa i confini di Canada e Messico e niente mi ha convinto che si sia fermato”.

Il racconto della telefonata prosegue: Trudeau “ha detto che la situazione è migliorata, ma io ho detto: 'non è abbastanza'”.  E ancora: il leader di Ottawa  “non è stato in grado di dirmi quando si terranno le elezioni canadesi, il che mi ha incuriosito, tipo, cosa sta succedendo lì? Poi ho capito che sta cercando di usare questa questione per restare al potere. Buona fortuna Justin!".

Donald Trump e Justin Trudeau (Ansa)
Donald Trump e Justin Trudeau (Ansa)

Subito dopo arriva però l’atteso annuncio ‘distensivo’ sui dazi: Trump ha deciso di concedere un mese di esenzione dalle tariffe alle auto. Uno slittamento che conferma quanto anticipato da Bloomberg e che riguarda tutte le auto che rientrano nell'Usmca, lo United States-Mexico-Canada Agreement.  I dazi reciproci entreranno in vigore comunque il 2 aprile. Sulla questione, ha aggiunto la portavoce, il presidente ha avuto un colloquio telefonico con gli ad di Stellantis, General Motors e Ford, "richiesto da loro".

La tensione sui dazi

In precedenza era arrivata la durissima presa di posizione della ministra degli Esteri di Ottawa, Mélanie Joly, che aveva messo un punto alle dichiarazioni del tycoon sul rendere il Canada il 51esimo stato americano.

Parole che Ottawa prende “molto seriamente” e che non considera “più uno scherzo”. In un’intervista alla Bbc, la ministra ha attaccato: “C'è una ragione per cui i canadesi, quando escono per una partita di hockey, fischiano quando viene eseguito l'inno nazionale americano...siamo stati insultati. Siamo furiosi. Arrabbiati".

Dichiarazioni a parte, ad alimentare la tensione ci sono ovviamente i dazi al 25% sui prodotti importati imposti dagli Usa ed entrati in vigore ieri. Una mossa che è stata seguita immediatamente dall'annuncio di ritorsioni commerciali da parte di Trudeau che ha definito i dazi una cosa “molto stupida”. 

Joly chiosa: "L'unico che alla fine decide su tutto è Trump". E precisa che nessun esponente dell'Amministrazione Usa ha contattato controparti del governo canadese nei giorni scorsi per discutere delle nuove tariffe.

"Non volevamo questa guerra dei dazi. Abbiamo fatto tutto quello che ci era richiesto per garantire la sicurezza del nostro confine. Quella di Trump (dire che dal confine passano stupefacenti come il Fentanyl, ndr) è una scusa per agire contro di noi".

E ancora: “Il Canada svolge il ruolo del canarino nella miniera. Poi sarà il turno degli europei, e poi della Gran Bretagna”. Quindi conclude spiegando che "non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo rispondere alle misure americane".