di Beppe
Boni
"L’Italia è uno dei Paesi più generosi dell’Alleanza atlantica nel fornire sicurezza aerea sul fianco Est dell’Europa, che dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è diventato ancora più strategico. Negli ultimi dieci anni – spiega il generale Leonardo Tricarico, analista, già capo di Stato maggiore dell’aeronautica – nell’ambito della turnazione coordinata dalla Nato abbiamo fornito più di altri copertura a Romania, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia perchè la nostra aviazione è considerata di alto livello". In queste queste settimane di alta tensione i gendarmi dell’aria italiani della Task force air 4th Wing con quattro Eurofighter di ultima generazione, al comando del colonnello Gianlugi Colucci, sono di stanza nella base polacca di Malbork in Polonia, vicino a Danzica. Da lì si sono alzati in volo un paio di volte negli ultimi giorni per intercettare due Ilyushin Il-20 M russi da ricognizione che volavano sul Baltico.
L’attenzione della Nato è concentrata sul corridoio di Suwalki, striscia che unisce la Polonia ai Baltici, e su cui Mosca tende a pianificare esercitazioni di invasione. Gli Eurofighter sono a Malbork da febbraio, con un corredo di 200 uomini per l’assistenza, al posto dei jet Stealth F-35 e continuare il servizio potenziato di Air Policing della Nato. Le attività di protezione dei cieli nel teatro operativo sono condotte secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi), che è l’Alto Comando della Difesa deputato al coordinamento delle operazioni in ambito nazionale ed internazionale.
"L’aeronautica italiana ed europea ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni e sia gli Eurofighter che gli F35 in dotazione sono velivoli completi affidati ad un’alta preparazione dei nostri piloti", dice il generale Marcello Caltabiano, già vice comandante delle Forze Aeree Alleate del Sud Europa. "Far alzare in volo gli Eurofighter – spiega il generale Tricarico – serve a testare la reazione delle rispettive forze. L’allarme scatta quando il comando di terra che monitora il traffico aereo civile e militare nei cieli nota aerei non identificati secondo i codici standard. In dieci-quindi minuti gli Eurofighter decollano. Avvicinano fino a 50 metri, come è accaduto due giorni fa ai velivoli segnalati, che comunque non hanno violato lo spazio Nato, e li identificano. Se insistono li invitano direttamente ad allontanarsi con segnali diretti come sbattere le ali in un certo modo". Gli Eurofighter, nati per la difesa aerea e ora in grado di effettuare anche bombardamenti di precisione, sono realizzati da un consorzio europeo di cui fanno parte Italia, Gran Bretagna, Germania e Spagna.