Domenica 29 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Caccia J10 cinese spara razzi contro un elicottero australiano nel Mar Giallo. Canberra: “Inaccettabile”

Secondo il ministero della Difesa cinese i suoi jet sono intervenuti contro il velivolo australiano perché stava disturbando le esercitazioni militari di Pechino in zona. Le autorità australiane sottolineano: “Il Seahawk era in missione Onu”

Un cacciabombardiere J10 cinese

Roma, 7 maggio 2024 - Caccia cinesi hanno lanciato razzi contro un elicottero australiano in missione Onu, rischiando di farlo precipitare. L'incidente, denunciato dal governo di Canberra, è l'ennesimo esempio della prepotenza del gigante asiatico, la strategia della 'rana bollita' già spiegata al Financial Times dal comandante uscente delle forze armate degli Stati Uniti nella regione dell'Indo Pacifico, l'ammiraglio John Aquilino. La Cina in poche parole cerca di alzare la tensione nelle zone che considera di sua influenza nel Pacifico, come Mar della Cina e Mar Giallo, con azioni sempre più aggressive e pericolose.  

Caccia cinese spara razzi contro un Seahawk australiano 

L'ultimo episodio sabato scorso quando i cacciabombardieri J10 cinesi hanno intercettato un elicottero Seahawk decollato dal cacciatorpediniere HMAS Hobart, in zona, hanno assicurato da Canberra, perché impegnato in un'importante attività per imporre le sanzioni Onu contro la Corea del Nord. Uno dei caccia di Pechino ha lanciato alcuni razzi sulla traiettoria di volo del velivolo australiano, sfiorandolo e mettendolo in difficoltà. Richard Marles, ministro della Difesa australiano, ha accusato i jet cinesi di un comportamento "completamente non professionale e inaccettabile". Mentre il primo ministro Anthony Albanese ha rimarcato il fatto che l'aggressione è avvenuta "entro lo spazio aereo internazionale", contro una missione per imporre le sanzioni della Nazioni Unite contro Pyongyang. Il governo australiano ha protestato vivamente con Pechino: "Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni ed espresso formalmente che sono state pericolose e non professionali. La nostra HMAS Hobart continua ora il suo impegno nell'imporre quelle sanzioni del Consiglio di Sicurezza Onu", ha dichiarato Marles.

Un elicottero Seahawk
Un elicottero Seahawk

Cina: “Stava disturbando le nostre esercitazioni”

Ma Pechino ha rispedito al mittente le accuse, accusando l'elicottero australiano di spiare e disturbare le esercitazioni militari cinesi, del 3 e 4 maggio, proprio in quella zona. In una nota Zhang Xiaogang, portavoce del ministero della Difesa di Pechino, ha replicato: "Ciò che ha detto la parte australiana confonde giusto e sbagliato e critica gli altri, ma siamo fermamente contrari a tutto questo. Durante l'addestramento della flotta navale cinese nel mar Giallo, il cacciatorpediniere lanciamissili australiano Hobart ha inviato tre volte elicotteri per attività di ricognizione ravvicinata e per disturbare le normali operazioni". Quindi i caccia cinesi hanno solo eseguito delle procedure di avvertimento per allontanare l'intruso, che "sono state legittime, ragionevoli, professionali, sicure e pienamente conformi al diritto e alla pratica internazionale. Chiediamo all'Australia di rispettare la sovranità e le preoccupazioni sulla sicurezza della Cina, di smettere di diffondere false narrazioni, di limitare rigorosamente le azioni delle forze navali e aeree e di fermare tutte le azioni pericolose e provocatorie per evitare di danneggiare la relazione complessiva tra Cina e Australia e i due eserciti".

Video: un Seahawk della Royal Australian Navy

Taiwan: 4 motovedette cinesi in acque vietate per un'ora

Pechino non allenta la pressione soprattutto su Taiwan, considerata una sua isola ribelle. Oggi le autorità di Taipei, come in altre occasioni, hanno denunciato la presenza ieri pomeriggio di quattro motovedette della Guardia costiera cinese nelle "acque vietate" dell'isola Kinmen per un'ora, a 5 chilometri dalla città cinese di Xiamen. Taipei ha invitato Pechino a fermare qualsiasi comportamento che "metta in pericolo la sicurezza marittima". La Cina ha aumentato la pressione militare su Taiwan in vista il 20 maggio dell'insediamento del nuovo presidente Lai Ching-te, che come la leader uscente Tsai Ing-wen è contro la politica di riunificazione voluta da Pechino.

Filippine: non reagiremo alle provocazioni della Cina

Le Filippine non cadranno nelle provocazioni cinesi, lo ha assicurato il presidente Ferdinand Marcos Jr. La Guardia costiera filippina non userà i cannoni ad acqua o altre armi offensive nel mar Cinese meridionale, come ha fatto invece Pechino negli scontri sulle dispute territoriali come nel conteso dell'atollo di Scarborough Shoal (isola di Huangyan per i cinesi), a circa 200 chilometri a ovest dell'isola filippina di Luzon, o nella barriera corallina Second Thomas Shoal, nelle Isole Spratly, a 105 miglia nautiche a ovest di Palawan, nelle Filippine. "È l'ultima cosa che vogliamo fare. Non seguiremo la guardia costiera cinese e le navi cinesi lungo quella strada", ha affermato Marcos parlando con i media locali, e ricordando che le forze marine filippine hanno l'ordine di smorzare i toni e "non ci sono piani" per installare cannoni ad acqua sulle navi.