Tel Aviv, 6 agosto 2024 – Lo Shin Bet , il servizio di sicurezza interna israeliana, ha predisposto un bunker sotterraneo a Gerusalemme per ospitare i leader del Paese anche per un lungo periodo in caso di guerra.
Lo ha rivelato su X un giornalista di Maariv. Da sei anni, secondo i media, non vi si svolgevano sedute. Il bunker, ha aggiunto il giornalista Ben Caspit, "è fornito di attrezzature di comando e controllo, è collegato con il comando militare ha-Kirya a Tel Aviv e di tutte le altre sale di emergenza. Consente una permanenza prolungata, in condizioni di protezione dai mezzi di combattimento esistenti". Tuttavia finora non c’è stata alcuna indicazione – né da fonti ufficiali né da altri media – che il premier pensi effettivamente di passare nelle viscere della terra. Il bunker, aveva confermato mesi fa la radio pubblica Kan, "è situato nelle alture di Gerusalemme".
Decisa in seguito alla guerra in Libano del 2006, la sua realizzazione "è costata – secondo Kan – miliardi di shekel" (un euro equivale a 4,2 shekel). Ma la struttura è stata utilizzata brevemente per l’ultima volta nel 2018, in un periodo di calma relativa. Dall’inizio della guerra a Gaza, Netanyahu ed il ministro della difesa Yoav Gallant hanno invece gestito le operazioni più critiche dal ministero della difesa, a Tel Aviv. Là in caso di necessità, sono stati convocati i ministri del gabinetto di sicurezza. Intanto però la guerra si è estesa su più fronti.
Il ‘Centro per la gestione delle crisi nazionali’ (‘Mana”l’, in ebraico) è situato al 95% sotto terra, secondo quanto pubblicato mesi fa da Yediot Ahronot. La sua localizzazione precisa e la sua profondità non sono mai state divulgate. "Al suo interno – secondo il giornale – è assicurata protezione contro terremoti, minacce nucleari, chimiche e biologiche, contro attacchi convenzionali e anche contro infiltrazioni cibernetiche". I telefoni cellulari non hanno ricezione. Citando le testimonianze di persone che hanno potuto visitarlo, il giornale ha precisato che l’edificio è in grado di accogliere centinaia di persone. Vi sarebbero – oltre agli uffici del premier e del ministro della difesa – ampie aule per le sedute di lavoro, con pareti tappezzate da grandi schermi, nonché sale da pranzo, stanze di riposo. Le sue strutture sono collegate col ministero della difesa, con i servizi di sicurezza e con le sale di emergenza dei servizi nazionali di soccorso. Dispone fra l’altro di ascensori molto grandi, dotati di una grande velocità.
Durante la guerra, in momenti critici, Netanyahu era stato visto entrare a Gerusalemme (scortato da agenti di sicurezza e accompagnato dalla moglie) nella villa di Simon Falic, un importante uomo d’affari. Sui media si è allora diffusa la voce che all’interno vi fosse anche un rifugio atomico. Ma in un’intervista televisiva Falic ha replicato: "No, c’è solo una stanza blindata". Negli ultimi decenni in Israele è obbligatoria la costruzione di una stanza blindata in tutti i nuovi appartamenti. Essa include fra l’altro un dispositivo per la introduzione costante di aria, che si rende necessario una volta chiuse tutte le aperture. A chi abita in edifici più vecchi viene consigliato – in caso di attacchi missilistici – di rifugiarsi nelle rampe delle scale, o in stanze interne possibilmente prive di finestre. In alcune aree esistono anche ‘rifugi di zona’: ma a volte cercare di raggiungerli significa correre il rischio di esporsi al fuoco. Aggiornamenti sul comportamento da mantenere in situazioni di emergenza sono diffusi in continuazione (in lingue diverse fra cui ebraico, arabo, inglese, russo ed amarico) dai mass media e dalla app del Comando delle retrovie.