Londra, 3 febbraio 2020 - Nessuna concorrenza sleale nei confronti dell’Unione Europea. E’ questo l’impegno preso dal premier britannico Boris Johnson nel suo primo discorso dopo l’avvio della Brexit in cui peraltro la parola Brexit non l'ha mai pronunciata. A chi gli ha chiesto perché, Johnson ha risposto: "Perché è fatta, its'over". Il Regno Unito, ha detto Johnson, "si impegna a non fare concorrenza sleale. Non intraprenderemo una corsa spietata verso il basso, non abbiamo lasciato l’Ue per minare gli standard europei, non ci impegneremo in alcun tipo di dumping, commerciale, sociale o ambientale". Peraltro i toni sono stati molto netti: il Regno Unito - ha proseguito il premier Tory - vuole un accordo con Bruxelles fondato sul «libero scambio», che «non richiede alcun allineamento alle regole e agli standard" Ue "sulla politica della competizione, i sussidi, la protezione sociale, l’ambiente o nulla di simile".
Poi Johnson ha usato una frase ad affetto. Il commercio globale, ha detto, ha bisogno "di un paese pronto a togliersi gli occhiali da Clark Kent, saltare nella cabina telefonica ed emergere con il suo mantello, come il supercampione potenziato del diritto delle popolazioni della Terra a comprare e vendere liberamente tra loro. Il Regno Unito è pronto per quel ruolo".
Non è mancata nemmeno una piccola gaffe che riguarda l’Italia: "Smetteremo d’importare automobili italiane o vini tedeschi?", si è chiesto retoricamente il premier per esorcizzare il rischio di un mancato accordo, ma invertendo l’ordine d’importanza delle merci che il suo Paese acquista dall’Italia e dalla Germania. Domanda che può essere vista come una minaccia, ma a cui secondo il suo auspicio e la sua convinzione la risposta alla fine sarà un no.
A stretto giro di posta è arrivata la replica del capo negoziatore della Ue, Michel Barnier: "Dobbiamo fare tutti attenzione a quello che diciamo. Occorre - ha affermato presentando la bozza di mandato per la trattativa delle relazioni future col Regno Unito - mettere in atto la dichiarazione politica che abbiamo firmato col Regno Unito. Quel documento ci impegna. Difenderemo gli interessi dell’Ue, dei suoi stati membri e dei suoi cittadini". Barnier ha proseguito: «Il Regno Unito non potrà beneficiare dei vantaggi economici di uno Stato membro alla fine dell’anno. Avremo due mercati separati, invece di un unico mercato. Le regole di origine e le formalità doganali si applicheranno. L’accesso al mercato Ue sarà soggetto a certificazione e autorizzazione di mercato".