Londra, 23 giugno 2023 – Con il referendum del 23 giugno 2016 il Regno Unito usciva dall’Unione europea, di cui faceva parte come Stato membro dal 1973. Sette anni dopo, nel giorno dell’anniversario del primo tassello della sua recessione, al sindaco di Londra, Sadiq Khan, è stato impedito di esporre la bandiera dell’Ue dentro e fuori dal suo ufficio. Lo rende noto il Guardian, spiegandone anche il motivo.
Bandiera? Sì, ma con il 'consenso’
Per la giornata di oggi, l’Autorità della Grande Londra (GLA) – l’ente pubblico che amministra la capitale, composto dal sindaco e dai 25 membri dell’Assemblea di Londra – aveva in programma di issare la bandiera sulla facciata dei suoi uffici, la cui sede, nella City Hall, si affaccia sul Tamigi. Ma il loro programma si è scontrato con la legislazione britannica adottata dopo lo storico ‘divorzio’.
I funzionari sono stati informati che, in base a quanto stabilito dagli ultimi regolamenti, sarebbe stato necessario ottenere il permesso dall’autorità locale. Il cosiddetto ‘consenso pubblicitario’, rilasciato dal consiglio di Newham, borgo londinese in cui risiede lo stesso Khan. Senza quello, l’azione è perseguibile penalmente, come prevede il testo di pianificazione urbanistica e territoriale.
Regole con cui l’Autorità è in disaccordo. "Sventolare una bandiera è un modo per mostrare solidarietà, esprimere i nostri valori e mostrare orgoglio per le identità che condividiamo", si legge in un una nota del municipio londinese. "Con oltre un milione di europei che chiamano Londra la loro casa, è incredibile che il governo abbia effettivamente vietato di sventolare la bandiera Ue senza passare attraverso un lungo e burocratico processo di pianificazione". E aggiunge: "Gli europei contribuiscono enormemente alla nostra vita sociale ed economica e tutto ciò che volevamo fare era mostrare la nostra gratitudine con un piccolo gesto per un giorno dell'anno”.
I vessilli consentiti
Se la bandiera dell’Ue per essere esposta richiede uno speciale permesso (che tuttavia non è richiesto in tutti i comuni d’Inghilterra), altri vessilli sono ancora consentiti.
Tra questi, quello del Commonwealth, delle Nazioni Unite, dei club sportivi, del National Health Service (NHS), il sistema sanitario nazionale, e la bandiera arcobaleno.
In precedenza, anche l’insegna dell’Unione europea era esponibile liberamente. La legge è stata modificata in seguito all’uscita del Regno Unito dall’Ue il 31 gennaio 2020.
Brexit, le tappe salienti
23 giugno 2016: Nel Regno Unito la decisione di continuare ad appartenere o tirarsi fuori dall’Ue è messa ai voti. Il 52% dei parteciparti al referendum è favorevole alla recessione; la restante parte contraria.
29 marzo 2017: Appellandosi all’articolo 50 del trattato sull’Unione europea, il Regno Unito notifica al Consiglio europeo la sua intenzione di uscire dall’Ue.
30 gennaio 2020: L’Ue ratifica l’accordo di recesso, che entra ufficialmente in vigore a partire dalla mezzanotte del giorno dopo, il 31 gennaio. Ciò segna il passaggio del Regno Unito da Stato membro a Paese terzo e l’inizio di un periodo transitorio.
24 dicembre 2020: L’Ue e il Regno Unito definiscono i termini delle reciproche relazioni future con un accordo commerciale e di cooperazione.
29 dicembre 2020: I 27 Stati membri approvano l’accordo commerciale del 24 dicembre.
31 dicembre 2020: Lo stesso accordo viene pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Ue. Diventerà applicabile il giorno successivo, il 1 gennaio 2021.
Cittadini ‘pentiti’
Come in tutte le decisioni importanti, è necessario valutare i pro e i contro. Ma se poi si cambia idea? In un sondaggio condotto dalla Bbc, almeno il 20% di chi nel 2016 votò a favore della Brexit oggi voterebbe in maniera diversa. Il 10% è ancora incerto.
E c’è anche chi sarebbe disposto a fare dietrofront e rientrare nell’Unione. Il 58,2% dei britannici, per la precisione, secondo quanto emerge da un sondaggio di YouGov: la percentuale più alta dal 2016. Solo il 7% dei britannici, inoltre, si dice soddisfatto delle relazioni del Regno Unito con l’Ue dopo la loro ‘rottura’.