Mercoledì 12 Marzo 2025
DEBORAH BONETTI
Esteri

Brexit, i bookmakers: "Perderà. Chi gioca forte punta sulla Ue"

Londra, il guru delle scommesse: la gente mente ai sondaggisti

Brexit, Farage a favore dell'uscita dall'europa (Olycom)

Londra, 17 giugno 2016 - Gli inglesi giocano su tutto, dal colore del cappellino della regina, al tempo che farà domani, dall’euro 2016 alle corse di cavalli e cani. È naturale quindi che il discusso referendum sulla Brexit costituisca un appuntamento troppo goloso per sfuggire a ingenti puntate. Un appuntamento che potrebbe addirittura battere ogni record per scommesse politiche nel paese. Abbiamo incontrato Graham Sharpe, da 40 anni alla William Hill, storica società di bookmaker inglesi fondata nel 1934 e quotata in borsa dal 2002, che detiene la maggior quota del mercato anglosassone (25%).

Quale sarà l’esito del voto sulla Brexit?

«Questo sta diventando l’evento politico più importante ed è molto difficile decidere chi sarà il vincitore. Le quote cambiano diverse volte al giorno, già tre volte da quando sono uscito di casa stamattina, perché la situazione è estremamente instabile. Va detto che per noi le scommesse sulla politica sono roba di nicchia, il grosso lo facciamo sulle corse dei cavalli e naturalmente sul calcio e gli altri sport. Resta imbattuto il referendum scozzese, del 2014, dove abbiamo guadagnato circa 3.2 milioni di sterline, e abbiamo anche perso qualcosina. Una cifra minima se si pensa che la William Hill intasca di più in un pomeriggio solo con le puntate sulle partite. Per un evento politico, però, è già roba da record».

Perché i bookmakers ci azzeccano sempre più dei sondaggisti?

«Facile. Non conosco nessuno che dica la verità in un sondaggio. La gente parla, dice quello che pensa che farà, ma poi spesso cambia idea. Oppure mente, perché non vuol dire veramente quello che pensa. O ancora, soprattutto in politica, pensa con il cuore ma poi vota con la testa... Con i bookmaker, invece, parli come mangi. Ci si gioca il proprio, e quindi si scommette sui vincitori. Ecco perché ci azzecchiamo di più, ma non sempre. Basti guardare il Leicester City (insospettabile vincitore della Premier League, ndr). Chi gli dava due sterline all’inizio del campionato?»

Come punta la gente, più per uscire dall’Ue o per restare?

«La maggioranza di scommesse – il 72% – sono a favore della Brexit, ma la somma di denaro più ingente, ovvero le scommesse più grosse, sono andate al fronte Remain (pro-Ue). La cosa è facilmente interpretabile. Chi vuole scommettere poco, diciamo 10 sterline, è più attratto dalle quote più alte perché vuole vincere di più rischiando poco. Chi invece vuole puntare grosse somme preferisce la ‘certezza’ della quota minima, che dà comunque di più degli interessi in banca. Abbiamo avuto una signora di Londra, prima volta che scommette, che ha puntato 100mila sterline su Remain. Se vince, si porta a casa 135 mila sterline. Non male per una scommessa!».

Lei su cosa ha puntato?

«Io credo che resteremo nella Ue. Ma mi sono divertito di più a fare le percentuali su chi sarà il prossimo leader dei conservatori, visto che Cameron faticherà a restare premier dopo il 23 giugno, comunque vada. Tra i rivali Boris, Osborne, Gove e May, tanto per nominarne alcuni: chi ci azzecca può portare a casa un bel gruzzolo. E poi abbiamo anche calcolato la percentuale di afflusso per il referendum, e offriamo quote su superiore o inferiore al 68%. Noi favoriamo un turnout alto e le previsioni del tempo ci confortano. A conti fatti, noi speriamo di guadagnarci intorno ai 3-4 milioni di sterline».