San Paolo, 31 maggio 2023 – Il Brasile è in subbuglio. Un controverso disegno di legge ha scatenato un’ondata di proteste degli indigeni lungo tutto il Paese. La nuova legge vorrebbe impedire a queste popolazioni di ottenere titoli di proprietà fondiaria per diritto. Per questo motivo i diretti interessati, durante una manifestazione nella metropoli di San Paolo, hanno acceso la miccia di violenti scontri con la polizia.
Le circostanze si erano aggravate dopo che la decisione della polizia di sgomberare il posto di blocco istituito dai residenti della riserva di Jaragua, che affaccia sull’autostrada collegante la città al porto di Santos. Quest’area, situata alla periferia di San Paolo, ospita infatti diverse comunità di indigeni guarani.
La legge ha ricevuto l’approvazione della Camera dei deputati ieri, con 283 voti a favore, 155 contrari e un astenuto e ora dovrà essere sottoposta all’esame del Senato. La Plenaria ha inoltre bocciato le proposte di stralcio della norma presentate dal partito di sinistra Psol, la cui esponente è la ministra dei popoli indigeni Sonia Guajajara.
La procedura d’urgenza del progetto era stata approvata già la scorsa settimana, facendo scattare i primi campanelli d’allarme tra i nativi e i membri dell’opposizione.
"Restiamo mobilitati e uniti, perché sappiamo che la nostra forza risiede nell'unione e nella determinazione a preservare le nostre terre e a garantire il futuro delle prossime generazioni”, ha twittato la ministra Guajajara. E ha aggiunto di confidare nell’esame del Trubunale superiore federale, previsto nei prossimi giorni.
Contro la legge si è espressa anche la ministra brasiliana dell’Ambiente, Marina Silva: “La legge sul Marco temporal approvata dalla Camera dei deputati è l'imposizione di un'ingiustizia inaccettabile contro i popoli indigeni brasiliani”.
Un “genocidio legislativo”, come lo ha definito il Ministero dei popoli indigeni, in quanto andrebbe ad alterare gli equilibri di popolazioni non abituate ad avere contatti con altre realtà. “Il PL 490 colpisce direttamente le popolazioni indigene isolate, autorizzando l'accesso deliberato ai territori in cui vivono persone che non hanno ancora avuto alcun contatto con la società, nemmeno con altre popolazioni indigene”, ha recentemente dichiarato.
Intanto, l'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud America ha emesso un avviso chiedendo alle autorità brasiliane di adottare “misure urgenti a favore di queste popolazioni, in conformità con gli standard internazionali sui diritti umani”. Secondo l'agenzia, iniziative come quella del Congresso nazionale “mettono a rischio la protezione delle popolazioni indigene del Paese”.
Il nuovo disegno di legge
Si chiama ‘Marco temporal’ il testo che modificherà il sistema di delimitazione delle terre indigene in Brasile. Andrà a limitare la demarcazione di tali aree riducendola soltanto a quelle terre che erano già occupate dai nativi prima del 1988, anno dell’entrata in vigore della Costituzione, impedendone allo stesso tempo l’ampliamento.
I particolari del testo approvato sono stati divulgati da Agencia Brasil. Come spiegato, occorre confermare che, alla data di promulgazione della Costituzione, i terreni tradizionalmente occupati erano, nello stesso tempo, stabilmente abitati, adibiti ad attività produttive e necessari alla conservazione delle risorse ambientali e alla riproduzione fisica e culturale. Se prima di quel giorno la comunità indigena non si trovava già nel luogo che ora abita, l’area in questione non potrà essere riconosciuta come tradizionalmente occupata.
Ma non solo. Con il testo si punta anche ad autorizzare le coltivazioni transgeniche in terra indigena; ad annullare le demarcazioni non in linea con il dettato della legge e a sottoporre alle nuove regole anche i processi di delimitazione avviati e non ancora conclusi.
La direzione che il governo brasiliano auspica di intraprendere con l’entrata della norma è quella dell’agrobusiness.