Domenica 22 Dicembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Esteri

Brasile, attacco all'Amazzonia: nel 2019 sparita un'area grande come la Liguria

Abbattuti il 67% degli alberi in più rispetto al 2018, è il dato peggiore degli ultimi dieci anni. "Stiamo aiutando il riscaldamento globale"

La deforestazione in Brasile (Ansa)

Rio de Janeiro, 6 agosto 2019 - Ogni minuto nella foresta amazzonica viene abbattuto un numero di alberi sufficienti a coprire un intero campo da calcio. Non bastavano gli incendi in Siberia e Alaska, il caldo record e la Groenlandia che si sta fondendo a ritmi mai visti. Nell'estate nera dell'ambiente, non poteva mancare anche una devastante accelerata alla distruzione del polmone verde più grande del mondo. I dati sono impietosi. Secondo l'Agenzia spaziale brasiliana, gli alberi abbattuti nel Paese nei primi sette mesi sono stati il 67% in più rispetto al 2018. Un record per cui c'è davvero poco da festeggiare. Da gennaio a luglio sono stati fatti sparire 4.699 chilometri quadrati di foresta tropicale, un'area poco più piccola della Liguria. Se il trend dovesse continuare così fino alla fine dell'anno, si arriverebbe alla cifra monstre di 8.055 chilometri quadrati (più o meno la superficie dell'Umbria) di tronchi secolari rasi al suolo. Si tratterebbe del dato più alto degli ultimi dieci anni.

"Il ritmo della distruzione - fa notare il Financial Times - ha scatenato le tensioni tra le popolazioni indigene che vivono nelle aree protette dell'Amazzonia e i latifondisti, che si credono tacitamente appoggiati dal presidente Bolsonaro". Sul governo di destra sono piovute anche una raffica di critiche internazionali, visto che l'ecosistema brasiliano, secondo la comunità scientifica, ha un ruolo vitale nell'assorbimento delle emissioni di anidride carbonica e nella stabilizzazione delle temperature globali. Jair, ovviamente, non l'ha presa bena. "Bisogna smetterla - ha tonato, prima di licenziare il responsabile dell'Agenzia spaziale - di fare propaganda negativa sul nostro Paese. Noi stiamo dando il massimo per preservare le nostre risorse. L'Amazzonia è nostra, non di altri Stati". Già, tutta colpa delle fake news.

La deforestazione, tra i tanti effetti collaterali, ha il difettuccio di alterare il percorso delle precipitazioni e la loro distribuzione sul territorio. Il fenomeno è iniziato negli anni Settanta e ha raggiunto il picco attorno agli anni Duemila. Le immagini scattate dai satelliti della Nasa tra il 2000 e il 2012 che potete vedere qui sotto parlano chiaro.

Foto satellitare scattata nel 2000 sulla foresta amazzonica nello stato di Rondônia (Nasa)
Foto satellitare scattata nel 2000 sulla foresta amazzonica nello stato di Rondônia (Nasa)
Foto satellitare scattata nel 2019 sulla foresta amazzonica dello stato di Rondônia (Nasa)
Foto satellitare scattata nel 2019 sulla foresta amazzonica dello stato di Rondônia (Nasa)

I più recenti modelli elaborati dai climatologi non lasciano intravvedere nulla di buono. Continuando ad abbattere alberi con questo ritmo, entro il 2050 la temperatura nell'Amazzonia aumenterà di 2 o 3 gradi. La conseguente diminuzione delle piogge causerà inoltre una siccità diffusa. La foresta in pochi decenni si trasformerà in savana, con conseguenze devastanti a livello globale per l'ambiente e con perdite irrecuperabili per quanto riguarda la biodiversità del nostro pianeta, visto che nell'area si trova il 10% di tutte le specie conosciute che vivono sul nostro pianeta.

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