Ci eravamo dimenticati della Siria. Pensavamo che l’accordo trovato cinque anni fa con Putin ed Erdogan a fare da garanti, sarebbe bastato per mettere una pietra sopra la guerra civile in un Paese in cui invece le ceneri del conflitto sono riuscite a nascondere (per poco) la brace che è tornata di nuovo ad ardere. Succede adesso e probabilmente non a caso, con uno scenario internazionale in cui ci sono due conflitti che non servono solo a ridefinire i confini e nemmeno, probabilmente, a regolare i conti. L’allarme di Geir Pedersen, inviato speciale dell’Onu in Siria, datato solo lo scorso ottobre, è caduto nel vuoto. Diceva, in sintesi, che "le violenze regionali in Siria sarebbero potute solo peggiorare". E così è stato, ma non è un eterno ritorno.
Perché il fronte siriano si è riaperto nell’esatto momento in cui tra Israele e Libano è stata trovata una fragile tregua (e Damasco è da sempre snodo cruciale della filiera d’armi di Hezbollah che parte dall’Iran, forze in difesa di Assad anche sul campo, e nel mirino di Israele). E contemporaneamente alla tregua in Libano, la Russia di Putin (salvacondotto del regime dello stesso Assad che è riuscito a restare in sella per tutti questi anni) ha sguarnito un po’ la protezione e il fianco alla Siria per cercare di alzare il livello del conflitto con l’Ucraina.
Nel giorno in cui si vedono fuggire da Damasco decine di migliaia di civili, ci si interroga sulle ombre (tante) che s’annidano da sempre sulla Siria e che si riassumono nella domanda: a chi giova? Ieri è stata una giornata d’intense telefonate tra Russia-Turchia e ovviamente Iran (più defilata, ma tutt’altro che disinteressata).
In questo nuovo fronte – con i ribelli jihadisti e antigovernativi, vicini a Erdogan, che continuano ad avanzare senza trovare ostacoli – si pesano le forze di Russia e Turchia. Che riguardano molto più da vicino, di quello che sembra, anche l’Europa e l’Occidente, soprattutto nell’ottica di una ridefinizione degli equilibri internazionali. Proprio per tutte queste ragioni, il fronte siriano non può apparire solo come un conflitto regionale.