Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Il comunicato finale del G7 in Puglia in sintesi: assente la parola aborto

I sette Grandi invitano la Cina a mantenere stabilità nello Stretto di Taiwan. Dura condanna alla Bielorussia e all’Iran per il loro sostegno a Mosca. Il punto sulla situazione palestinese

Brindisi, 14 giugno 2024 – Filtrano indiscrezioni sul comunicato finale del G7 che si tiene in questi giorni in Puglia. A prenderne visione è l’Ansa che ne diffonde via via i punti salienti. Di seguito una sintesi del contenuto (in aggiornamento). Chiesta una tregua in occasione di Giochi Olimpici di Parigi per “costruire un mondo pacifico e migliore attraverso lo sport e l'ideale olimpico”, secondo quanto riporta Adnkronos

Dopo le polemiche sull’aborto, non citato nella dichiarazione, rientra il caso diritti Lgbt, che vengono ribaditi nella dichiarazione finale. I sette leader si dicono “preoccupati per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi”.

I leader, riuniti a Borgo Egnazia, hanno ribadito il loro "appello per lo smantellamento completo, verificabile e irreversibile di tutte le armi di distruzione di massa e dei missili balistici della Corea del Nord".

La premier Giorgia Meloni accoglie Papa Francesco
La premier Giorgia Meloni accoglie Papa Francesco

Sommario

Questione Taiwan 

Innanzitutto la questione Taiwan. Nel comunicato visionato dall’Ansa, si legge: “Riaffermiamo che il mantenimento della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan è indispensabile per la sicurezza e la prosperità internazionale”. E ancora. “Non vi è alcun cambiamento nelle posizioni di base dei membri del G7 su Taiwan, comprese le politiche dichiarate su 'Una sola Cina’. Chiediamo una risoluzione pacifica delle questioni attraverso lo Stretto. Restiamo seriamente preoccupati per la situazione nel Mar Cinese Orientale e Meridionale e ribadiamo la nostra forte opposizione a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare lo status quo con la forza o la coercizione".

Condanna alla Bielorussia

Il vertice condanna fermamente “la complicità del regime bielorusso nella guerra della Russia contro l'Ucraina”. I leader esprimono la loro “preoccupazione per la continua repressione da parte del regime verso media indipendenti, società civile, opposizione e cittadini che esprimono pacificamente le loro opinioni”. Nel mirino anche il trattamento riservato da Minsk ai prigionieri politici, di cui viene chiesta “l’immediata e incondizionata liberazione”. 

Il caso sui diritti Lgbt

Intorno all’ora di pranzo l’agenzia americana Bloomberg rilancia una bozza del comunicato in cui sarebbe sparito il riferimento alla protezione “dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale” della comunità Lgbt – presente nel comunicato finale del G7 di Hiroshima. Pochi minuti dopo fonti della Presidenza italiana smentiscono “totalmente” questa ricostruzione definita “infondata”. Quindi è l’Ansa a riferire di aver visionato il comunicato finale del vertice, dove i leader esprimono “forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi”. Si legge ancora nel testo: “Condanniamo fermamente tutte le violazioni e gli abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali”. Il G7 riafferma “l'impegno per l'uguaglianza di genere”.

Conflitto tra Israele e Hamas

Il G7 esorta ancora una volta Israele ad abbandonare l’idea di una grande offensiva su Rafah. “Siamo profondamente preoccupati per le conseguenze della popolazione civile per le operazioni di terra a Rafah, e per la possibilità di un'offensiva militare su vasta scala che avrebbe ulteriori conseguenze disastrose per i civili. Chiediamo al governo di Israele di astenersi da tale offensiva”. Sostegno incondizionato verso il piano di Biden “che porterebbe a un cessate il fuoco immediato a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi, a un aumento significativo e sostenuto del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e a una fine duratura della crisi, con gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza garantiti – si legge quindi nel comunicato finale –. Ribadiamo il nostro appello ad Hamas affinché accetti e attui in modo completo e inequivocabile la proposta di cessate il fuoco e sollecitiamo i Paesi che esercitano influenza su Hamas ad aiutare a garantire che lo faccia”. I leader hanno espressamente richiesto l’unificazione della Cisgiordania e di Gaza sotto l’Autorità Nazionale Palestinese, che dovrà “intraprendere le riforme indispensabili per consentirle di adempiere alle proprie responsabilità in Cisgiordania e, all'indomani del conflitto, a Gaza”.

L’avvertimento all’Iran

Il G7 chiede “all'Iran di smettere di sostenere la guerra della Russia in Ucraina” e di “non trasferire missili balistici e relativa tecnologia” a Mosca. “Siamo pronti a rispondere in modo rapido e coordinato, anche con misure nuove e significative”. I Grandi chiedono inoltre che “l'Iran cessi le sue attività dannose e le azioni destabilizzanti in Medio Oriente”, dicendosi “pronti ad adottare ulteriori sanzioni”.

Il tema dell’aborto

Nella dichiarazione finale del G7 non c'è il riferimento all' "aborto" ma alla "salute sessuale e riproduttiva".  "Ribadiamo - si legge nel documento visionato da Askanews - i nostri impegni nel comunicato dei leader di Hiroshima per l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti".

Smantellamento armi Corea del Nord

“Condanniamo fermamente il continuo sviluppo da parte della Corea del Nord del suo programma di missili balistici”, si legge nella dichiarazione finale del vertice di Borgo Egnazia, in cui si condanna anche "con la massima fermezza la crescente cooperazione militare tra la Corea del Nord e la Russia, comprese le esportazioni della Corea del Nord e l’approvvigionamento da parte della Russia di missili balistici nordcoreani in diretta violazione delle pertinenti UNSCR, nonché l’uso da parte della Russia di questi missili contro l’Ucraina".