Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Contatti con un positivo, ma Boris Johnson non vuole l'isolamento. Poi il dietrofront

Il premier britannico ha incontrato il ministro della Salute Sajid Javid, contagiato. Laburisti: "Trattamento da Vip". E alla fine BoJo cede

Boris Johnson con il ministro della Salute Sajid Javid, positivo al Covid

Boris Johnson con il ministro della Salute Sajid Javid, positivo al Covid

Londra, 18 luglio 2021 - Il premier britannico Boris Johnson è refrattario a cedere ai diktat del Covid, ma alla fine ha dovuto ritornare sui suoi passi. E' andata così: mentre da domani nel Regno Unito c'è lo stop alle restrizioni - nonostante il boom di contagi in Gran Bretagna a causa della variante Delta (e le critiche degli scienziati) - lui non voleva mettersi in isolamento, nonostante avesse avuto contatti con il ministro della Salute Sajid Javid, risultato positivo al Covid. Per aggirare la regola, BoJo aveva scelto di aderire a un 'programma pilota' offerto dal Sistema sanitario nazionale, per cui avrebbe potuto continuare a lavorare a Downing Street, sottoponendosi però a test quotidiani. La stessa scelta è stata fatta dal cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak

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Ma la mossa non è andata a segno: inondato dalle polemiche, sopratutto dai laburisti, Johnson ha dovuto fare marcia indietro e sottoporsi alla quarantena. Il primo ministro britannico resterà quindi isolato per 10 giorni e, intanto, invita alla "prudenza" in vista di domani, giorno in cui cadranno tutte le restrizioni in Gran Bretagna.

Laburisti all'attacco

Subito dopo la scelta di BoJo di non sottoporsi alla quarantena, l'opposizione laburista era partita all'attacco: "A molti sembrerà che c'è una regola esclusiva per Boris Johnson e un'altra per tutti noi", ha tuonato Jonathan Ashworth, esponente del Labour, facendo riferimento a tutti i cittadini britannici che in queste e nelle prossime settimane si troveranno nella situazione scomoda di doversi isolare, magari per aver ricevuto una notifica sulla app dei contatti a rischio. "Ci saranno lavoratori in tutto il Paese che dovranno isolarsi perché hanno ricevuto la notifica, anche per contatti sui mezzi pubblici o nelle strutture sanitarie - aggiunge Ashworth - Dobbiamo mantenere la fiducia nell'isolamento". E aveva concluso affermando che il comportamento del premier non aiuta in questa direzione perché fa apparire che vi sia "un trattamento da Vip in cui non ti devi isolare" a differenza degli altri.

La marcia indietro del premier

E così il primo ministro britannico Boris Johnson ha fatto marcia indietro, comunicando che andrà in quarantena, isolandosi nella residenza del premier a Chequers. E non parteciperà quindi al 'programma pilota' del servizio sanitario che invece dell'isolamento prevede test quotidiano, come aveva annunciato in un primo momento. Così anche il cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak, secondo quanto conferma Downing Street. 

Il programma alternativo

Al momento sono circa 20 gli enti e le aziende coinvolte nel 'programma alternativo', tra questi c'è Downing Street oltre che Network Rail (le ferrovie), Transport for London (il sistema di trasporto pubblico londinese), Heathrow Airport e Border Force, riferisce Sky News. 

Javid, vaccinato e positivo

Il ministro della Salute britannico, Sajid Javid, è risultato positivo al Covid-19 e ha sintomi lievi. Lo ha reso noto lui stesso in un tweet: "Sono positivo, sto aspettando il risultato del tampone molecolare, ma fortunatamente sono vaccinato e i sintomi sono lievi", ha scritto Javid, lanciando un appello a vaccinarsi a tutti coloro che ancora nel Regno Unito non lo hanno fatto.

Boom di contagi nel Regno Unito

Per la prima volta da metà gennaio, la Gran Bretagna supera i 50mila nuovi contagi in 24 ore. Il bollettino di ieri riporta 51.870 nuovi casi, il numero più alto dal 15 gennaio, e 49 morti, riferisce la Bbc. Il dato arriva mentre lunedì decadranno praticamente tutte le misure anti-Covid in Inghilterra.