Roma, 8 gennaio 2024 – È stata ritrovata nel cortile di casa di un insegnante la parte di portellone del Boeing 737 Max 9 dell'Alaska Airlines esplosa dopo il decollo da Portland venerdì scorso.
Gli investigatori, citati dalla Bbc, stavano cercando il pezzo ispezionando a tappeto la città da cui era appena partito il volo. Questo perché il pezzo potrebbe portare all’individuazione di indizi chiave sul motivo dell’incidente che ha sfiorato la tragedia. Intanto, è giallo sulla spia di pressurizzazione che nei giorni precedenti all’incidente si era spenta tre volte in volo, per questo motivo venerdì scorso l’aereo era stato interdetto dai lunghi voli sull’acqua, ha dichiarato il National Transportation Safety Board, come riporta The New York Times. La presidente Jennifer Homendy – scrive il quotidiano americano – avrebbe poi detto “è troppo presto per dire se la questione abbia avuto un ruolo nell'incidente”.
A bordo viaggiavano in totale 177 persone, compresi i sei membri dell’equipaggio. Nessuno di loro è rimasto ferito, ma le immagini mostrano uno scenario terribile: il momento del distacco del portellone, un buco grosso quanto un frigorifero nella fusoliera, il freddo che entra in cabina e le maschere che si staccano dall’alto. Fortunatamente il sedile accanto alla fusoliera era rimasto libero.
Il portellone era sigillato perché è una parte prevista in tutte le fusoliere del Max 9. Nelle configurazioni della low cost, con più sedili a bordo, serve per installare la porta di uscita subito dopo le ali e poco prima del portellone in coda. Nei velivoli con meno di 189 sedili, come quelli di Alaska Airlines, queste porte vengono permanentemente “tappate”.
Cosa succede adesso? Gli ispettori dovranno esaminare tutto: il progetto dell’aeromobile, come è stato assemblato, cosa indicano i registri di manutenzione e ispezione, chi e come ha sigillato quella parte di aereo.
Intanto al momento è una corsa allo stop di circa 171 aerei Boeing 737 Max 9 che sono stati richiamati a terra per controlli di sicurezza.