Roma, 3 febbraio 2017 - Secondo alcune stime fornite dall’Ong britannica Oxfam, Bill Gates nel 2042 potrebbe festeggiare l’86° compleanno diventando il primo trilionario della storia. Contemporaneamente la rivista Forbes ci informa che attualmente nel mondo si contano 1.820 miliardari. A prima vista, insomma, divenire Paperoni non è mai stato così semplice.
Ma l’accumulazione di grandi fortune non è certo una prerogativa di questo scorcio di 21° secolo iperglobalizzato. Anzi, a dar credito al settimanale americano Time, che sulla base di stime di economisti e interviste con storici, ha stilato una classifica dei dieci personaggi più ricchi di sempre, al cospetto dei patrimoni accumulati nel passato quelli dei magnati contemporanei sono davvero ben poca cosa.
Il podio dei Paperoni è tutto occupato da personaggi vissuti prima dell’avvio dell’età moderna. La medaglia d’oro (peraltro confermata anche dai calcoli del sito Celebrity Net Worth) spetta di diritto a Mansa Musa I (1280-1337), sovrano del Mali e principale produttore d’oro del pianeta, con un patrimonio equivalente a 7 trilioni di dollari attuali. Si racconta che nel 1324, durante un pellegrinaggio alla Mecca, accompagnato da 60mila uomini e 12mila servitori e schiavi (ognuno dei quali portava una barra d’oro di quasi due chili), spese così tanto da causare una crisi d’inflazione che in Egitto si protrasse per dodici anni. Il secondo gradino del podio è occupato dall’imperatore romano Augusto (63 a.C – 14-d.C), capo di un Impero che rappresentava circa 1/3 dell’economia mondiale e che aveva accumulato un patrimonio personale stimato attorno ai 5 trilioni di dollari attuali. La terza posizione spetta all’imperatore cinese Shen Zong (1048-1085), vertice assoluto di uno degli imperi economicamente più potenti della storia e divenuto ricchissimo (circa 4 trilioni di dollari attuali) grazie a un efficiente e ipercentralizzato sistema di riscossione dei tributi. Medaglia di legno per Akbar I (1542-1605), massimo imperatore della dinastia Moghul. Per vedere entrare il Novecento in questa classifica occorre attendere la quinta posizione, occupata a sorpresa da Iosif Stalin, inserito più per il fatto di essere stato il dittatore supremo di un paese che produceva circa il 9,5% del Pil mondiale che per il proprio patrimonio personale. Sesta e settima fortuna mondiali della storia appartengono ai due americani più ricchi di tutti i tempi: i magnati delle acciaierie Andrew Carnegie (1835-1919) e del petrolio, John D. Rockefeller (1839-1937). Chiudono la classifica il nobile francese Alano «il Rosso» (1040-1093), il magnate dell’informatica Bill Gates – unico vivente nella top ten – e il fondatore dell’impero mongolo Gengis Khan (1162-1227).
A SCORRERE l’elenco balzano agli occhi due considerazioni. La prima è la totale assenza di donne, a conferma di uno storico squilibrio di genere nella gestione del potere che si è inevitabilmente tradotto in una diseguale ripartizione delle ricchezze. La seconda è che i patrimoni dei Paperoni contemporanei appaiono briciole rispetto a quelli accumulati in passato da sovrani o dittatori attraverso il potere militare e politico – perlopiù dispotico – di cui disponevano. Le prime fortune imprenditoriali sono apparse con la rivoluzione industriale, ma raramente sono riuscite a entrare in questo club esclusivo dei ricchissimi della storia. Nonostante le intollerabili diseguaglianze dei nostri tempi, le fortune degli attuali magnati di Internet, banche e telecomunicazioni sono più contenute rispetto a quelle dei potenti del passato, ma appaiono soprattutto più meritate.