Mosca, 11 giugno 2024 – Partecipa anche la Bielorussia alla seconda fase delle esercitazione per l’impiego di armi nucleari non strategiche, iniziata oggi in Russia. Lo ha annunciato su Telegram il ministero della Difesa russo, spiegando che "l'esercitazione punta a mantenere la disponibilità del personale e delle attrezzature per l'uso in combattimento delle armi nucleari non strategiche di Russia e Bielorussia al fine di garantire incondizionatamente la sovranità e l'integrità territoriale".
Le esercitazioni sono state ordinate dal presidente russo Vladimir Putin il 6 maggio, in risposta ai commenti dei leader occidentali riguardo alla possibilità di inviare soldati della Nato in Ucraina. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov in quell’occasione aveva dichiarato: "Hanno parlato della disponibilità e persino dell'intenzione di inviare contingenti militari in Ucraina, cioè di mettere i soldati della Nato contro l'esercito russo. Questa è una nuova spirale di escalation della tensione. Non ha precedenti e richiede un'attenzione speciale e misure speciali".
Nella prima fase delle operazioni , “il personale si è esercitato a ricevere munizioni speciali, ad equipaggiarne i veicoli di lancio e a spostarsi segretamente nell'area di posizione designata per preparare i lanci missilistici".
Dall'inizio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022, Putin ha sempre parlato apertamente del possibile utilizzo delle armi nucleari e da Varsavia lanciano l’allarme: i rischi di un attacco all'Unione Europea sono reali. Secondo il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, la Russia potrebbe avere un centinaio di testate nucleari nella regione occidentale di Kaliningrad, enclave russa 200 chilometri a nord di Varsavia. "Anche la Bielorussia è vicina” ha aggiunto il ministro, “Questo significa che un attacco all'Unione Europea è assolutamente possibile".
Sikorski ha fatto poi riferimento alla violazione dello spazio aereo da parte da parte dei missili russi, che durante i bombardamenti in Ucraina hanno ripetutamente sorvolato la Polonia. “Il pericolo è maggiore di quanto alcuni pensino”, ha concluso il ministro.