Venerdì 8 Novembre 2024
GIAMPAOLO PIOLI
Esteri

Biden sempre più in crisi. Caso Austin, l’ultima beffa. E ora anche Obama chiede un cambio di passo

Il presidente (giù nei sondaggi) non sapeva del ricovero del capo del Pentagono. Poi i due si sono chiariti al telefono. Ma i repubblicani attaccano: inaccettabile. L’ex numero uno della Casa Bianca: serve una campagna elettorale più aggressiva.

Biden sempre più in crisi. Caso Austin, l’ultima beffa. E ora anche Obama chiede un cambio di passo

Biden sempre più in crisi. Caso Austin, l’ultima beffa. E ora anche Obama chiede un cambio di passo

Forse c’è un male oscuro nella campagna elettorale del presidente americano Joe Biden. Qualunque cosa faccia o non faccia i sondaggi per lui continuano a essere disastrosi e in picchiata. L’economia Usa marcia spedita, ma il risultato positivo non viene percepito come tale o come opera del capo della Casa Bianca. E se nella sfida per la prossima presidenza col probabile avversario, ossia Donald Trump, Biden è staccato anche di 5 o 6 punti, contro un altro candidato repubblicano nuovo come Nikki Haley, o Ron De Santis, lo svantaggio oggi salirebbe a due cifre. L’ennesimo colpo, tra l’altro, è arrivato dal giallo (poi chiarito) del ricovero di Lloyd Austin, il 70enne segretario alla Difesa e capo del Pentagono. In un periodo non certo facile, causa guerre in Medio Oriente, è sparito per tre giorni e nessuno ha avvisto Biden. Poi tra i due c’è stata una telefonata chiarificatrice con il presidente che ha rinnovato la fiducia a Austin. Anche se i repubblicani hanno attaccato a testa bassa definendo "inaccettabile" quanto accaduto.

Ora c’è chi dice che la macchina da guerra democratica non si è ancora messa in moto, ma Barack Obama, in un paio di colazioni molto riservate alla Casa Bianca nelle scorse settimane, avrebbe invitato il suo ex vice a sveltire il passo, a essere più tempestivo nelle risposte ai repubblicani e a Trump, offrendogli anche i suoi vecchi consiglieri strategici che lo hanno fatto vincere due volte. Biden però ha già il suo team e la sorella è uno dei motori principali che lo hanno guidato nel 2020 e potrebbe diventare complicato sostituire tutti nel quartier generale del Delaware. L’allarme per un calo di consensi nei giovani e nell’elettorato afroamericano, che assieme alle donne e ai sindacati è sempre stato la sua forza, allarma i democratici anche perché si stanno affacciando volti poco noti e candidati indipendenti come Robert Kennedy jr che, a novembre, potrebbero sottrarre molti più voti a lui che non ai conservatori. Il ticket Biden-Kamala Harris però non si cambia più.

Questa corsa elettorale del 2024 viene considerata non solo strana e illeggibile, ma anche storica perché deve affrontare la situazione senza precedenti di un canditato ex presidente come Trump che fa campagna elettorale e domina nei sondaggi anche con quattro accuse penali sulle spalle. Se Biden promette la difesa a ogni costo delle libertà e della democrazia, Trump aizza i suoi fan spesso minacciosi con ipotesi di governo autoritario se non dittatoriale, in grado di fare a pezzi la Costituzione americana. Solo l’altro giorno, per la prima volta, Biden ha attaccato frontalmente Trump giudicandolo addirittura "pericoloso" e Trump ha replicato dicendo che è lui "la vera minaccia alla democrazia".

Anche per Trump si immaginano giorni difficili. Una bordata pesante è arrivata ieri mattina: il suo ex vice presidente Mike Pence ha detto che al partito repubblicano americano serve un "fresh start", una nuova partenza che inizi dall’Iowa, aggiungendo che Trump è inadeguato e non rappresenta il futuro. E mentre l’ex presidente continua ad alimentare la teoria complottista del 6 gennaio promettendo il perdono a tutti i responsabili condannati, lo stesso Pence ripete: "L’Fbi non ha svolto alcun ruolo, anzi va ammirata e ringraziata per quello che ha fatto nella difesa dei cittadini".