Roma, 19 luglio 2024 – Gli analisti sono concordi. Le prossime 72 ore saranno decisive per il futuro della corsa alla riconferma alla Casa Bianca di Joe Biden, attuale presidente degli Stati Uniti d’America.
Tutti concordi eccetto il diretto interessato, che promette di tornare presto in prima linea dopo l’isolamento forzato dovuto dal Covid. “Non vedo l'ora di tornare a fare campagna la prossima settimana” e continuare a denunciare Donald Trump, ha affermato il presidente Usa allontanando così le voci su un suo ritiro imminente.
Tutto questo nelle ore in cui Donald Trump ha accettato ufficialmente la candidatura alla presidenza Usa, nel corso della Convention nazionale dei Repubblicani.
La situazione per l’avversario non è rosea: l’età, le gaffes (nel confronto Tv ma anche alla Nato quando ha chiamato Putin il presidente ucraino Zelensky) e le condizioni di salute (le 8 visite di un esperto di Parkinson negli ultimi 4 mesi alla Casa Bianca) a cui si è aggiunto in queste ultime ore il Covid contratto da Biden hanno portato diversi esponenti di spicco del partito a consigliare (più o meno velatamente) a Biden di “farsi da parte” mentre alcuni grandi finanziatori della campagna elettorale hanno chiuso il portafogli.
I sondaggi
Oltre alle condizioni di salute ci sarebbero i sondaggi sull’esito delle prossime elezioni a incidere sulla scelta di Biden. L’attuale presidente Usa sarebbe in svantaggio in tutti gli Stati chiave (quelli tradizionalmente in bilico) anche di 5-7 punti percentuali rispetto a Trump. Secondo l’ultimo sondaggio di Cbs News/YouGov, per l'ex presidente americano si registra il più ampio vantaggio finora ottenuto sull'attuale presidente Usa. Trump è in vantaggio di cinque punti a livello nazionale e di tre nei principali stati in bilico. Il consenso per Trump è al 52% contro il 47% di Biden. Il sondaggio è stato condotto da martedì a giovedì, dopo l'attentato subito da Trump nel fine settimana e all'inizio della Convention nazionale repubblicana. In un ipotetico confronto contro la vicepresidente Kamala Harris, Trump ha invece un vantaggio più ristretto, 51% a fronte del 48% di Harris. Il 56% degli elettori registrati afferma che Biden dovrebbe farsi da parte e dare a un altro democratico la possibilità di candidarsi, mentre il 44% sostiene che dovrebbe continuare a correre. Ma tra gli elettori democratici registrati, le percentuali sono rovesciate: il 56% afferma che Biden dovrebbe proseguire la campagna, il 44% lo vorrebbe vedere uscire di scena.
I deputati voltano le spalle a Biden
Nella notte italiana un altro democratico della Camera ha chiesto a Joe Biden di ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca. Si trata di Jim Costa, eletto in California dal 2005 che ha dichiarato che “per il bene del Paese, penso che sia giunto il momento che il presidente passi il testimone alla nuova generazione affinché porti avanti la sua eredità”.
Le pesanti parole di Pelosi
La democratica Usa Nancy Pelosi, ex presidente di lunga data della Camera e prima donna a ricoprire l'incarico, pensa che Joe Biden possa essere convinto entro breve a lasciare la corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca. Lo scrive il Washington Post, citando fonti anonime. Pelosi, 84 anni, deputata della California da decenni, sembra aver avuto alcune discussioni private, riferisce il Post, che indicano che un fattore chiave nella decisione del presidente sarebbero i dubbi sulla sua capacità di battere Donald Trump nel voto di novembre. Nelle ultime 24 ore sono circolate notizie secondo cui Pelosi sta svolgendo un ruolo chiave nella campagna di pressione per convincere Biden a rinunciare alla rielezione. Dubbi già espressi da Pelosi e Obama nei giorni scorsi.
I grandi finanziatori di Biden si ritirano
I mega donatori democratici sono convinti che Joe Biden sia vicino ad ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca, dopo le pressioni esercitate. Lo rivela il Financial Times, riferendo che diversi miliardari di Wall Street e Hollywood ha minacciato di interrompere i finanziamenti e hanno mandato il messaggio ai leader del Partito democratico, tra cui Chuck Schumer, Hakeem Jeffries e Nancy Pelosi.
I possibili sostituti di Biden
Nelle ultime ore sono circolati diversi nomi ma il più probabile pare essere quello di Kamala Harris, attuale vicepresidente e candidata alla vicepresidenza anche in caso di candidatura di Biden. Il suo sarebbe il nome “più semplice” anche se i sondaggi in questo momento vedono anche lei in svantaggio rispetto a Trump (ma con un divario molto inferiore rispetto a quello di Biden).
La nomination di Trump
Un appello all'unità del Paese, incrinato poi dalle accuse all'amministrazione Biden (nominato solo una volta) e ai dem. L'impegno a riportare "rapidamente” la pace nel mondo, dall'Ucraina a Gaza, con la minaccia ad Hamas che “pagherà un caro prezzo se non libera i prigionieri”.
E la promessa che il primo giorno del suo insediamento allargherà le trivellazioni petrolifere e chiuderà il confine, dove completerà il muro. Seguiranno “la più grande deportazione nella storia del Paese” e un altro taglio delle tasse. Sono i punti principali del discorso di accettazione “con fede, devozione e orgoglio” da parte di Donald Trump della (terza) nomination per la Casa Bianca nella notte conclusiva della convention repubblicana nel Fiserv Forum di Milwaukee, sotto una suggestiva pioggia di 100mila palloncini rossi, bianchi e blu, i colori della bandiera americana, sulle note dell'aria “Nessun dorma” della Turandot di Puccini (con il finale “Vincerò, vincerò”). Un intervento di 90 minuti, uno dei più lunghi nella storia delle convention americane, sullo sfondo delle immagini di una Casa Bianca che sente già nuovamente sua.